ALBERTO GRECO
Cronaca

Pere, così il meteo gela il settore "Il raccolto è un quarto del 2021"

L’allarme: "La produzione non supererà i 200mila quintali, dieci anni fa si arrivava a un milione e mezzo"

Pere, così il meteo gela il settore  "Il raccolto è un quarto del 2021"

Pere, così il meteo gela il settore "Il raccolto è un quarto del 2021"

di Alberto Greco

"Se va avanti così perderemo la produzione di pere" dice Francesco Vincenzi, produttore di Cividale di Mirandola e presidente di Cipof, magazzino cooperativo di deposito e commercializzazione pere di San Possidonio. Alla luce di quanto sta avvenendo tra i produttori ci sono molti timori sul futuro della coltura di questo frutto, da sempre un’eccellenza della nostra provincia. Rispetto all’anno scorso si stima un raccolto che non supererà il 20-25% di quello del 2021. "La situazione della provincia di Modena – fa sapere Marco Zanni, direttore Coldiretti Modena – non è rosea, perché le previsioni di produzione che ci arrivano direttamente dalle campagne ci fanno temere che saremo, come bilancio complessivo di raccolto, all’incirca al 20-25% rispetto all’anno precedente. Qualcuno avrà forse un dato migliore, perché si è dotato di impianti antibrina, però molti non hanno questi impianti perché veniamo dalla crisi degli anni precedenti, funestati da una serie di avversità. Non solo le gelate, le grandinate, ma anche la maculatura, la cimice asiatica, e diverse fitopatie che hanno danneggiato la produzione negli ultimi anni. Tanti investimenti non sono stati possibili per mancanza di liquidità delle imprese. E quest’anno il colpo drastico è stata la gelata di aprile".

La preoccupazione è generalizzata e avrà ripercussioni inevitabili anche sul piano occupazionale perché l’assunzione di stagionali, una regola per questo tipo di frutto raccolto tra metà luglio e fine settembre, sarà praticamente azzerato. "In genere a Cipof – fa sapere Vincenzi – eravamo 1015 persone nel periodo di raccolta. Quest’anno faremo con quelli che abbiamo che sono 56. E in campagna a casa mia dove saremmo in genere 4243 per la raccolta delle pere quest’anno basteremo in 78". Portando lo sguardo a Sorbara di Bomporto, dove opera il più grande magazzino di conferimento pere della provincia, che l’anno scorso ha ricevuto prodotto per 600mila quintali (il 75% o poco meno della intera produzione modenese ndr) il presidente Adriano Aldrovandi conferma i negativi riflessi che questa situazione avrà sul piano occupazionale. "In una stagione normale come l’anno scorso – afferma Aldrovandi – abbiamo dato lavoro, che noi conteggiamo ’a giornate’, a circa 200 persone".

"Quest’anno con una raccolta stimata intorno a 160170mila quintali – continua – non potremo fare lavorare più di una cinquantina di persone". Ovvio che la contrazione occupazionale è estesa alle singole aziende. "Sicuramente di pari passo infatti – spiega Zanni – si stima una diminuzione delle assunzioni". Le dimensioni del disastro che si sta abbattendo sulla coltura di pere lo si comprende bene raffrontandolo al passato: appena una decina di anni fa in provincia di Modena si raccoglievano 1,4-1,5 milioni di quintali di pere. Oggi – se le stime dei magazzini di raccolta, Modena Fruit e Cipof, che nel 2022 hanno ricevuto conferimenti per circa l’85% delle pere prodotte in provincia non saranno smentite – l’intera produzione non supererà i 200mila quintali. E la superficie dedicata a questo frutto non va oltre i 3000 ettari. La causa di queste nere previsioni poggia sulla esperienza di chi conosce la campagna. "A causa delle gelate del 2, 3 e 4 aprile e dell’eccesso di piogge nel mese di maggio – spiega Vincenzi – si è incentivata la ’cascola’ dei frutticini, un fenomeno naturale delle piante che dopo la fioritura equilibrano la produzione scartando i frutticini in base al peso di pere che possono sopportare. Quest’anno purtroppo le condizioni climatiche hanno incentivato la cascola perché la pianta non capiva costa stava succedendo. È caduto il 90% dei frutticini che si formano dopo la fioritura".