Tra la laurea in filosofia, la docenza e la presidenza della Fondazione Collegio San Carlo di Modena, il professor Giuliano Albarani si è calato subito nel ruolo di assessore alla cultura. Per una Carpi "viva e colta" che "riempie il teatro per tutta la stagione, fa sold-out per le rassegne e i festival culturali, popola ogni giorno le due biblioteche con quasi mille presenze di media".
A sei mesi dalla nomina, che bilancio può fare?
"Un bilancio sui risultati sarebbe prematuro, perché molte delle cose realizzate erano state programmate da chi mi ha preceduto. Posso dire che sono stati mesi molto intensi, di soddisfazioni, con il varo anche di progettazioni nuove, e soprattutto con la presa d’atto di poter contare, oltre che sulla professionalità, anche sulla disponibilità e l’entusiasmo di un settore, quello della Cultura, che è un vero fiore all’occhiello".
Quale impronta vuole dare?
"Tra le cose che mi stanno più a cuore ci sono la massima integrazione fra cultura e scuola, poi un’idea non elitaria e accademica di cultura, ma una esperienza da vivere con altri. Non solo: fra i miei propositi l’impegno a favore delle generazioni emergenti".
Qualcosa che manca e vuole incentivare?
"Il libro dei sogni contiene sempre molte pagine. Le prime riguardano la distribuzione policentrica delle occasioni di aggregazione culturale, perché Carpi ha un centro storico bellissimo, pieno di luoghi ospitali e magnetici, ma va dimenticato che non la cultura, tende a formarsi e rinnovarsi, ai ‘margini’, anche dove meno te l’aspetti, ed è importante che tutti abbiano in prossimità, anche lontano dal centro e nelle frazioni, spazi e momenti in cui portare avanti progetti e passioni".
C’è chi lamenta l’assenza di grandi mostre. Ci sono novità al riguardo?
"Sarò netto: a mio parere e non solo, la stagione delle grandi mostre è al crepuscolo, se non per quei centri turistici di rilievo internazionale. Per i costi e il tipo di organizzazione sotteso, fare un certo tipo di mostre a Carpi significherebbe rinunciare a tutto il resto: servizi, festival, rassegne. Altro discorso è, invece, dare spazio, al Contemporaneo: servono idee e investimenti, anche privati, ma è una frontiera da esplorare e attraversare".
Qualche anticipazione per il 2025?
"La prima novità consiste in una serie di azioni per estendere le abitudini del gioco da tavolo e da compagnia al di fuori del target di età cui sono già rivolte le proposte della Ludoteca, facendole confluire in una manifestazione di gioco diffuso che si terrà tra maggio e giugno in centro. La seconda è la rimodulazione degli orari di apertura del Palazzo, all’insegna di un Castello sempre più aperto e vissuto dalla comunità. Infine, nel 2025 inaugureremo uno Sportello Cultura per chi ha buone idee ma che necessita di qualche orientamento operativo".
E…Carpi capitale della cultura?
"Ne abbiamo parlato. ‘Capitale culturale’ può voler dire anche, con una soluzione più vicina alla nostra storia, ‘capitale del libro’, e soprattutto vuol dire creare sinergie con altre città e presentare candidature robuste. Ci proviamo, sicuro".
Maria Silvia Cabri