Banco Bpm chiude i primi 9 mesi dell’anno con un utile netto di 686 milioni di euro, in crescita del 30,9% rispetto allo stesso periodo del 2018.
I ricavi (proventi operativi) sono in calo del 17,2% a 3,1 miliardi e, sempre a livello ‘core’, hanno registrato nel terzo trimestre dell’anno un lieve rialzo (+0,2% rispetto al secondo trimestre). L’utile del terzo trimestre, si legge in una nota diffusa nella giornata di ieri da Banco Bpm, ammonta a 93,3 milioni di euro, sopra il consensus di 81 milioni di euro. Il risultato, che arriva al termine di un terzo trimestre 2019 «positivo e in linea con gli obiettivi», è stato conseguito in parallelo al prosieguo dell’attività di derisking, evidenziata dal calo del Npe ratio netto al 5,6% (era 6,5% a fine 2018), dalla discesa del costo del credito (69 punti base rispetto ai 184 punti base del dicembre 2018) e a fronte di una patrimonializzazione che si rafforza, con il Cet1 Ratio phased-in al 13,8% e il Cet1 fully loaded che sale al 12,1%. Lo stock dei crediti deteriorati netti è pari a 6,0 miliardi di euro con una contrazione dell’11,3% rispetto a fine 2018 e del 3,7% rispetto al 30 giugno scorso.
Il buon andamento del gruppo è confermato dallo sviluppo dell’attività commerciale, come evidenziato dalla dinamica degli impieghi e della raccolta diretta e dall’utile ante imposte, cresciuto del 13,5% rispetto al 30 settembre 2018 attestandosi a 884 milioni. Tale risultato, sostenuto dallo sforzo commerciale della banca, è stato raggiunto in uno scenario macroeconomico e di tassi d’interesse negativi che continua a essere fortemente penalizzante per le banche, unitamente alla costante diminuzione degli oneri operativi (-3,5% anno su anno), oltre che dalla discesa delle rettifiche su crediti (-41,5% rispetto al 30 settembre 2018).
Banco Bpm ha evidenziato una «solida performance del terzo trimestre». Lo sottolinea nella conference call con gli analisti il Ceo, Giuseppe Castagna «I risultati delle operazioni di business e il profilo di rischio confermano ulteriori progressi positivi», sottolinea Castagna evidenziando la solidità della struttura patrimoniale e una «robusta posizione di liquidità».