Finale Emilia, 20 aprile 2019 - Nuove prove, nuove testimonianze e la giustizia italiana riapre il processo sulla vicenda pedofili della Bassa modenese, i cui protagonisti, i genitori condannati, attendono ancora oggi giustizia, ma soprattutto di poter riabbracciare i propri figli allontanati da casa vent’anni fa. E’ stata, infatti, accolta una prima istanza del processo di revisione della vicenda che vent’anni fa scosse la tranquilla frazione di Massa Finalese e altri paesi della Bassa dove in una buia alba di novembre vennero allontanati da casa sedici bambini tra cui i quattro fratellini Covezzi.
I genitori, nella maggioranza dei casi, vennero assolti dopo anni di calvario giudiziario e, tra questi, i coniugi Lorena e Delfino Covezzi che, all’epoca dell’allontanamento da casa dei loro figli, non erano stati neppure indagati per pedofilia. A dare notizia della riapertura dei processi è l’avvocato Patrizia Micai, in prima linea da anni a difesa delle famiglie i cui figli vennero strappati all’affetto di mamma e papà nel novembre ‘98.
«La Corte d’Appello di Ancona – ha annunciato ieri l’avvocato – ha accolto la prima delle istanze di revisione del processo, relativa a Federico Scotta, implicato nel primo processo pedofili, condannato a undici anni di carcere. La prima udienza della Corte d’Appello d’Ancona di valutazione sulle prove nuove – precisa l’avvocato – è stata fissata tra l’altro in un giorno che definirei ‘speciale’ e al contempo drammatico per la Bassa modenese: il 20 maggio 2019. E’ il giorno dopo l’anniversario della morte di don Giorgio Govoni, avvenuta il 19 maggio 2000, e sette anni dopo la prima scossa sismica». Don Giorgio morì di infarto nello studio del suo avvocato Pier Francesco Rossi, il giorno dopo la richiesta di condanna a 14 anni di carcere per pedofilia. Successivamente venne assolto post mortem.
Nelle scorse settimane l’avvocato Micai aveva depositato presso la Corte d’Appello di Ancona, competente per i procedimenti giudiziari e le cause decise dalla Procura di Modena, alcune istanze di revisione del processo pedofili. La Corte d’Appello poteva decidere se rigettarle o accoglierle.
«E’ sicuramente una bella notizia, una bella novità il fatto che le abbia accolte e non solo per noi legali ma soprattutto per i tanti genitori e i ragazzi, ieri bambini strappati all’affetto dei loro genitori, e che mai subirono abusi sessuali. Dopo vent’anni di sofferenze vissute dai nostri assistiti, dopo le nuove prove e le testimonianze nel frattempo emerse anche a seguito del podcast Veleno di Pablo Trincia, che ha ricostruito la vicenda choc della Bassa – commenta l’avvocato Micai – si potrebbe davvero riscrivere, e in modo totalmente diverso la vicenda. Oltre alle istanze di revisione – spiega – che per coloro che nel frattempo sono morti saranno attivate dai parenti, abbiamo presentato anche le istanze di risarcimento danni di persone mai condannate o prosciolte o assolte, ma comunque costrette ad anni di gogna giudiziaria ingiustificata».