Il ‘convitato di pietra’ è il PUG, il ‘vecchio’ piano regolatore, perché disegnerà la Sassuolo del futuro, ma sull’agenda di David Zilioli, assessore a pianificazione e sviluppo del territorio e delle infrastrutture, mobilità e trasporti c’è ben altro, su cui questo ingegnere reggiano trapiantato a Sassuolo (abita da più di 20 anni a Braida) è pronto a lavorare. "Dalla viabilità, alle infrastrutture, ai quartieri, alla rigenerazione urbana le idee e le proposte ci sono: si tratta di organizzarsi per metterle a terra, a partire dal PUG: parte del lavoro è stato fatto dalla precedente Amministrazione, poi lo strumento è andato in standby causa elezioni, adesso si tratta di riattivarlo".
Con che tempi?
"Un anno almeno, ma senza smontare quanto già fatto, che è fatto anche bene: credo valga la pena prendersi il tempo che serve per ascoltare i cittadini e i tutti i portatori di interessi. La città che disegna il PUG è loro, giusto ognuno abbia voce in capitolo, anche a costo di andare un po’ ‘lunghi’. Come è giusto ragionare in tema di ‘area vasta’ con le amministrazioni limitrofe, perché temi quali viabilità, infrastrutture, servizi vanno pensati in ottica di distretto".
Il fatto che tutte le amministrazioni abbiano lo stesso ‘colore’ politico potrebbe aiutare… "Una visione comune credo possa aiutare a fare massa critica nei confronti di Regioni e Governo. Penso al raddoppio del tratto di Pedemontana di cui si parla da tempo, al sistema di trasporto pubblico locale, alla rete ciclabile. L’idea è attivare un confronto sulle ‘grandi scelte’ perchè l’idea di ‘area vasta’ su cui ragioniamo non sia solo uno slogan. Viabilità e mobilità sono temi ‘esplosivi’, da gestire con grande attenzione. Servono larghe intese e progetti condivisi: penso ad esempio a quanto si è fatto sul Polo Scolastico, con il Comune che ha messo in moto una coprogettazione che ha portato a risultati tangibili".
Restiamo a Sassuolo: per usare termine abusato, ‘carne al fuoco’ ce n’ è parecchia, anche dal punto di vista delle opere pubbliche e della rigenerazione urbana.
"La città ha potenzialità importanti: da Palazzo Ducale al parco fluviale, dal centro storico ad aree produttive e industriali che chiedono spazi e servizi, fino ai singoli quartieri. Gli spazi ci sono, occorre ‘attivarli’ attraverso una sorta di ‘agopuntura urbanistica’, attivando spazi che hanno una loro vocazione e diventino ‘sociali’, di cui la città possa riappropriarsi. Non grandi opere, ma piuttosto piccoli interventi che aggiungano quanto manca alle diverse aree cittadine, ovviamente tenendo conto delle peculiarità di ogni quartiere".
Ad esempio?
"Governare la vocazione ‘commerciale’ della zona della circonvallazione su cui si trovano le grandi superfici di vendita, continuando a concentrare lì i grandi spazi, tutelare il piccolo commercio del centro storico, in sofferenza, mettere spazi sociali – penso al progetto della ‘piazza coperta’ di Braida, ad altre strutture da ‘riprogettare’ insieme ai residenti di altri quartieri – a disposizione dei cittadini. E rigenerare, dove serve".
Sulla rigenerazione viene in mente Circonvallazione 189… "L’abbattimento resta una priorità, come lo era per la precedente Amministrazione. Il fatto che le aste esperite fin qua siano andate deserte dice però che qualcosa non va a livello di costi di acquisizione.
E’ su quelli che bisogna intervenire per rendere attrattivo un investimento che oggi non lo è".
Stefano Fogliani