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Topo morto al Policlinico di Modena: "Non escludiamo l’ipotesi dolosa"

Era in un vassoio del cibo: aperta un’indagine. Il direttore generale Vagnini: "Accerteremo le responsabilità". Si teme una ritorsione

L'ingresso del Policlinico di Modena

L'ingresso del Policlinico di Modena

Modena, 14 settembre 2021 - Un topolino morto adagiato sulla plastica protettiva degli alimenti contenuti nel vassoio servito, lo scorso 9 settembre, a un paziente ricoverato in Oncologia al Policlinico. Sull’episodio, a dir poco increscioso, avvenuto durante la distribuzione del pranzo, è stata avviata sia un’indagine interna da parte dell’azienda Ospedaliero Universitaria di Modena sia un’inchiesta coordinata dalla Procura. La direzione dell’ospedale, infatti, si è rivolta alla polizia che ha raccolto la denuncia e avviato gli accertamenti nei quali è coinvolta anche la Digos. Da chiarire il percorso del vassoio dalla cucina al letto del degente e se ci siano state ’manomissioni’.

Aggiornamento: Topo morto, la verità nel video. Policlinico al setaccio

"Sono in corso tutte le verifiche possibili per capire le cause di quanto accaduto, senza escludere alcuna possibilità", dicono dall’azienda sanitaria che lascia intendere come, tra le ipotesi, ci sia quella dolosa. Qualcuno ha forse messo il topolino morto sul piatto del degente per gettare discredito sull’ospedale o sulla sanità pubblica, già al centro di tensioni generate dalle correnti no vax?

"L’Azienda ha subito accertato come non vi sia stata alcuna contaminazione degli alimenti – fanno sapere dall’ospedale – e ha attivato tutti i servizi preposti per analizzare le cause dell’evento e accertare le responsabilità, prendendo in considerazione qualsiasi ipotesi, compreso il dolo". Inoltre, ha fatto la segnalazione all’Igiene Pubblica dell’Azienda Usl di Modena. "E’ un fatto gravissimo. L’azienda è impegnata nell’accertamento delle responsabilità e nell’adozione di tutte le azioni conseguenti anche di natura legale, senza escludere alcuna ipotesi rispetto a quanto accadut o – afferma il direttore generale Claudio Vagnini –. Questo episodio, di cui ci scusiamo, è inaccettabile e non corrisponde ai criteri di cura, attenzione e sicurezza che l’Azienda da sempre assicura tramite i suoi professionisti e che pretende dai propri fornitori. Da una prima ricostruzione, non si è trattato di un problema nella preparazione dei pasti bensì di una criticità legata alla verifica del carrello termo-refrigerato prima dell’allestimento dei vassoi e al controllo del vassoio prima della consegna al degente".

Il servizio ristorazione è appaltato a fornitori esterni che gestiscono la produzione dei pasti nella cucina ospedaliera interna al Policlinico e la loro distribuzione al letto del degente. Tutti i piatti sono coperti; le posate, il bicchiere e il pane sono imbustati. I vassoi vengono veicolati all’interno di un carrello termo-refrigerato. Le stoviglie vengono sanificate in una lavastoviglie ad alta temperatura, mentre i carrelli dopo ogni utilizzo vengono lavati e disinfettati. Prima di lasciare la cucina verso i reparti, il carrello coi pasti viene sigillato per evitare manomissioni con una fascetta auto-sigillante e la distribuzione del pasto in reparto può avvenire soltanto se la fascetta è integra come è accaduto nel caso specifico.

"L’Azienda – conclude Vagnini – è impegnata al miglioramento dei servizi per l’utenza e in questa direzione va la prossima attivazione di un nuovo terminale di ristorazione allestito all’interno del campus ospedaliero che sarà operativo già nei prossimi mesi".

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