Paz e il sogno partito dalla Colombia: "Ho ancora voglia di crescere e migliorare"

Il laterale neroverde classe 2002: "La B non perdona nulla, ma tutti stiamo facendo il massimo. E vogliamo andare lontano"

Paz e il sogno partito dalla Colombia: "Ho ancora voglia di crescere e migliorare"

Yeferson Paz

Fateveli voi, a nemmeno 19 anni, 9mila chilometri di aereo per cambiare continente e vita e provare a fare il calciatore perché il Sassuolo, che vi ha visto giocare in un torneo giovanile in Brianza, ha scelto proprio voi. Roba da… Paz. Fuor di metafora, perché la storia neroverde del laterale colombiano nasce proprio da lì, ovvero da uno scout neroverde che lo nota e lo segnala a Francesco Palmieri, oggi Direttore Sportivo del Sassuolo ma allora responsabile del vivaio neroverde, che convince i genitori di Yeferson Paz a tentare la fortuna in Italia. Era l’inverno del 2021 ("precisamente l’11 febbraio") e, ammette il laterale colombiano, classe 2002, "l’impatto non è stato semplice, come non lo è stato lasciare casa e famiglia, ma volevo rincorrere il mio sogno, e sapevo bene che qualche sacrificio sarebbe stato inevitabile". Una stagione e mezzo in primavera, per lui, poi prestito a Perugia, dove il colombiano è diventato uomo e giocatore ("una tappa fondamentale per la mia crescita, due anni importantissimi") e il rientro a Sassuolo. "Quando sono tornato non ero sicuro di rimanere: dissi, in ritiro, che se fossi rimasto lo avrei fatto con la fame giusta e la voglia di crescere".

Evidentemente la fame c’era: la determinazione e i mezzi tecnici del giovane laterale colombiano hanno convinto sia Palmieri ("mi ha sempre seguito con grande attenzione, lo ringrazio") che, soprattutto, Fabio Grosso. Ad oggi, per Paz, le presenze sono 5, quattro delle quali da titolare: una sorpresa, a ben vedere, di cui sembra più compiaciuto che stupito, consapevole però che "non si è mai arrivati, e io devo ancora migliorare molto, sia in fase difensiva che offensiva", ammette, non senza aggiungere di sentirsi comunque nel posto giusto per "imparare e continuare a crescere: il gruppo è affiatato e numeroso e la concorrenza spinge ognuno a dare il massimo". Il resto, fa capire Paz, lo sta facendo, quotidianamente sul campo, Fabio Grosso, che su di lui ha lavorato e lavora con profitto.

"Il mister segue tutti con grande attenzione, parla con tutti e insiste molto sulla necessità di dare sempre il massimo per ottenere altrettanto. E’ un campione del mondo, essere allenati da lui è una soddisfazione, e da’ grande sicurezza". Quanto al campionato, e al destino dei neroverdi, Paz resta cauto: ha ben presente, dice, che "il Sassuolo deve fare il Sassuolo" ma ha altrettanto presenti le insidie di un campionato che il colombiano ha già disputato, retrocedendo, con il Perugia due stagioni fa. "La B non perdona nulla, ogni partita richiede la massima attenzione. La nostra classifica? E’ quella e quella stiamo, nè credo debbano trovare spazio discorsi del tipo ‘potevamo avere due punti in più’ o recriminazioni su quello che non è stato. Si lavora quotidianamente per andare in campo e fare il massimo partita dopo partita, finita una gara si analizza cosa è andato e cosa no e si ricomincia in vista di quella dopo. Non credo – conclude Paz – ci sia molto altro da dire se non che la volontà da parte nostra è quella di andare il più lontano possibile".

Stefano Fogliani