
Un pescatore controllato (archivio)
Domenica scorsa è ripartita la stagione di pesca sportiva nei corsi d’acqua di montagna che si concluderà in ottobre. Qualche anno fa, questo era uno dei principali appuntamenti sportivi-turistici dell’Appennino, affollatissimo, poi ridimensionato nel tempo soprattutto per la calata pescosità dei fiumi montani. ‘Sotto accusa’ dai pescatori i nuovi predatori (aironi e cormorani) di stanza in Appennino, le cui catture non sono ritenute compensate dalle re-immissioni. "Un tempo non lontano -ricordano pescatori locali- si trascorreva la notte della vigilia lungo il fiume, con falò se il termometro era sottozero e c’era neve, per accaparrarsi le rive ritenute più pescose, ora non ne vale più la pena.’ Comunque quest’anno nel modenese l’attività coinvolge complessivamente oltre nove mila pescatori.
Domenica, però, la polizia provinciale di Modena ha effettuato oltre 50 controlli per il rispetto delle norme sulla pesca sportiva nei corsi d’acqua di montagna, elevando una sanzione di 160 euro ad un pescatore per una mancata segnatura sul tesserino delle trote pescate. In particolare i controlli, che hanno coinvolto sei agenti e personale volontario, si sono concentrati nella zona della diga di Riolunato, Pievepelago, il ponte di Olina, Fanano e tutta la zona del torrente Leo, Ospitale, Fellicarolo e in generale tutto l’appennino. Nel calendario ittico 2025 sono elencate, tra l’altro, le zona a "rilascio obbligatorio" come quella, introdotta nel 2022, nel torrente Ospitale a Fanano, lunga circa un chilometro, in un tratto particolarmente suggestivo che scorre a fianco del sentiero storico della Romea nonantolana. Tra le altre zone attivate per questo tipo di pesca figurano quelle sul Panaro dalla confluenza con il Rio Benedello a Guiglia al ponte di Casona di Marano, sullo Scoltenna tra il ponte di Prugneto e il ponte di Olina tra i territori di Montecreto, Pavullo e Sestola.
g.p.