STEFANO MARCHETTI
Cronaca

Palazzo Ducale di Sassuolo. Restaurata la facciata sud: "Ora tocca ai giardini storici"

Svelato al pubblico l’imponente lavoro di recupero del valore di oltre 4 milioni di euro. Alessandra Necci, direttrice delle Gallerie Estensi: "Questo è veramente un luogo del cuore"

Svelato al pubblico l’imponente lavoro di recupero del valore di oltre 4 milioni di euro. Alessandra Necci, direttrice delle Gallerie Estensi: "Questo è veramente un luogo del cuore" .

Svelato al pubblico l’imponente lavoro di recupero del valore di oltre 4 milioni di euro. Alessandra Necci, direttrice delle Gallerie Estensi: "Questo è veramente un luogo del cuore" .

Sassuolo, 21 marzo 2025 – "Questo è veramente un luogo del cuore", dice emozionata Alessandra Necci, direttrice delle Gallerie Estensi, mentre ci accompagna fra le sale del Palazzo Ducale di Sassuolo che non finisce di donarci nuova bellezza. Proprio da pochi giorni sono state smontate le impalcature e la facciata meridionale del palazzo (quella che ‘guarda’ verso il parco Ducale e l’elegante viale di pioppi cipressini che porta al poggio del Belvedere) ha ‘svelato’ un nuovo decoro e anche i suoi antichi colori, ocra pallido alle pareti, cocciopesto alle cornici delle finestre, al posto di tutto il rosso con cui era stata tinteggiata in passato.

Realizzato grazie a un imponente finanziamento di 4 milioni e 200mila euro (in gran parte con fondi del Ministero della Cultura e una quota dal Pnrr), questo è soltanto il primo step di un imponente progetto che vuole restituire al Palazzo tutto il suo fasto barocco: "Intendiamo restaurare i giardini storici, recuperare il Canale di Modena, e anche i giochi d’acqua nella splendida Peschiera Ducale – annuncia la professoressa Necci –. Questa reggia esprime e racchiude tutto il fasto e le ambizioni degli Estensi che rivaleggiavano anche con i francesi e la meraviglia di Versailles".

Nel Seicento Francesco I d’Este trasformò l’antica roccaforte in un’elegantissima delizia, poi nel Settecento Francesco III (duca dal 1737 al 1780) ne accentuò l’immagine barocca, affidandosi all’architetto di corte Pietro Bezzi, veneziano, esperto anche di scenografie e macchine sceniche. La facciata meridionale del Palazzo rispecchiava proprio questa grandeur barocca: "Il progetto settecentesco realizzò un impianto costituito da terrazze, scalinate e fontane – spiega l’architetto Michele Battaggia che ha curato i restauri –, e al piano terra si creò il porticato della vasara, lo spazio destinato al ricovero invernale delle piante in vaso". Affacciandosi alle terrazze, si ammirava il ‘disegno’ dei giardini con lo zampillio delle fontane. Tutto doveva generare stupore e incanto. Tutto doveva ‘parlare’ della potenza e della sapienza della dinastia estense.

Purtroppo il tempo ha fortemente segnato questi luoghi, soprattutto dall’occupazione napoleonica in poi. "Questo edificio, per lunghi decenni, ha subito umiliazioni molto profonde", aggiunge l’architetto Battaggia. Nei locali della vasara, per esempio, alla fine dell’Ottocento trovò posto anche un salumificio, "e abbiamo trovato ancora i ganci per le carni", dice il progettista. Le opere eseguiti in questo anno – sottolinea l’ingegnere Valeria Napoli, direttrice dei lavori – hanno permesso di ricostruire gli stucchi, rafforzare i cornicioni, sistemare le coperture e riportare tutto ai colori originali. Nel prosieguo del cantiere, si recupereranno i bastioni laterali e sarà restaurato il fronte della vasara. I successivi lotti di lavori – su cui ci si è attivati per i finanziamenti – riguarderanno le scalinate, il parterre (con i giardini) e il canale di Modena che lo circonda sinuoso. "E abbiamo avviato anche nuovi studi per il recupero della Peschiera, progettata attorno al 1650 dall’architetto Bartolomeo Avanzini, in collaborazione con il Vigarani", anticipano Elisabetta Toscano, Elena Ceccaroni e Lucia Margari delle Gallerie Estensi.

"Il restauro del Palazzo Ducale valorizza il nostro patrimonio e la nostra storia, restituendo alla città un simbolo della sua identità – afferma Matteo Mesini, sindaco di Sassuolo –. Non è solo un recupero estetico, ma un’occasione per riscoprirlo e renderlo vivo per cittadini e turisti". E la professoressa Necci accarezza il sogno "che la reggia di Sassuolo possa, fra qualche tempo, diventare sede di un meeting internazionale, magari un G7 della cultura", dice. E si sa, i sogni son desideri, e si possono realizzare.