VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Omicidio al Novi Sad, slitta la sentenza: “Non si conosce l’età di un imputato”

Le carte ufficiali per la verifica sono bloccate in Pakistan. Il processo è stato così rinviato al prossimo ventuno ottobre. E il terzo connazionale indagato risulta ancora irreperibile

Modena, 5 ottobre 2024 – Entrambi si erano dichiarati minorenni all’epoca dei fatti, il 31 marzo dello scorso anno, ovvero quando si ‘macchiarono’ di un terribile reato. Per uno dei due, al centro di un precedente procedimento, gli atti hanno dimostrato che in quel momento aveva già raggiunto la maggiore età. Per quanto riguarda il secondo imputato, le ‘carte’ che devono dimostrarne l’età sono bloccate in Pakistan, dove gli uffici sarebbero chiusi a seguito di forti tensioni nel paese. E’ stato perciò rinviato al prossimo 21 ottobre il processo, con rito abbreviato nei confronti dei due giovani pakistani accusati di aver ucciso a coltellate, il 31 marzo dello scorso anno un connazionale minorenne, il 16enne Moahmmad Arham, inserito nel percorso di accoglienza. Il gip, nel corso della scorsa udienza aveva escluso l’ipotesi che gli imputati fossero minorenni, come avevano dichiarato i giovani in sede di indagini preliminari.

L’omicidio al Novi Sad risale al 31 marzo dello scorso anno: fu ucciso un 16enne
L’omicidio al Novi Sad risale al 31 marzo dello scorso anno: fu ucciso un 16enne

Per uno degli imputati c’è un procedimento dei minori che ne attesta la maggiore età. Per il secondo appunto, a seguito della produzione documentale nella precedente udienza, il giudice ha ritenuto di procedere ad una sicura verifica dei dati anagrafici, che dovrebbero arrivare dal Pakistan nei prossimo giorni. Il legale del maggiorenne, l’avvocato Marco Ferraresi ha discusso ieri in aula e ha chiesto l’assoluzione per il proprio assistito sia per il reato di tentato omicidio (il giovane, al pari degli altri indagati, risponde anche di duplice tentato omicidio di altri due stranieri commessi nel corso della maxi rissa avvenuta quel giorno) – ritenendo che il fatto non sussiste perché le ferite non furono tali da procurare la morte delle vittime – sia per il concorso in omicidio.

Secondo il legale non fu lui ad impugnare l’arma. Il pubblico ministero ha chiesto per entrambi gli imputati una condanna a vent’anni. Il 16enne sarebbe stato ammazzato a coltellate per un telefonino: sarebbe questo il movente. Quel giorno gli aggressori, armati di bastoni e coltelli – come emerse anche da un video divenuto virale – si erano scagliati contro le vittime, infierendo sui loro corpi con le lame. Per l’omicidio del 16enne risulta indagato anche un terzo connazionale, ad oggi irreperibile. Proprio a lui, quel giorno, era stato rubato il telefonino pare da parte della vittima ma tra i due gruppi rivali – da quanto emerso in corso di indagini – vi erano stati screzi anche in Pakistan. Il giorno dell’omicidio i due gruppi avevano discusso in Moschea poi si erano dati appuntamento al parco, dove la lite era degenerata. Uno era stato fermato dai carabinieri in stazione a Modena ad un mese dal delitto mentre l’altro, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, è stato estradato dal Regno Unito all’esito di una lunga ed articolata procedura e arrestato a Fiumicino.