Modena, 5 aprile 2023 – “Ero con lui, al Novi Sad. Eravamo seduti su una panchina quando inizialmente sono arrivati tre ragazzi. Avevano i coltelli in mano e lo hanno colpito".
A parlare con il dolore nel cuore è un amico fraterno dell’adolescente pakistano Muhammad Arham, barbaramente ucciso venerdì pomeriggio al Novi Sad da un gruppo di coetanei. Per l’omicidio del 16enne, minore accompagnato sono ora indagati tre ragazzi, un 18enne e gli altri minorenni accusati di omicidio e tentato omicidio per il ferimento di altri due giovani amici della vittima. Sarà l’esame autoptico a stabilire se il 16enne sia stato colpito da un unico colpo o da più fendenti.
"Eravamo amici di infanzia – racconta ancora il ragazzo – eravamo arrivati in Italia insieme ed eravamo legatissimi. Ci legava un’amicizia davvero profonda, ancora non posso credere a quello che è accaduto". Hasnain Abbas Bhatti, referente della consulta per l’integrazione del comune di Carpi spiega di aver parlato con gli amici della vittima, che hanno confermato come il delitto sia scaturito da banali screzi. "Hanno litigato per cose da ragazzini – spiega – tra i due gruppi c’erano stati già problemi in passato per incomprensioni, legati anche a video diffusi sui social. Ora sto facendo da referente per l’espatrio della salma di Muhammad. Quello che abbiamo capito è che gli aggressori sono altri minori arrivati da poco in Italia e che pare vivessero a Bastiglia".
Nei giorni scorsi è stata effettuata l’autopsia sul corpo della vittima, dalla quale sarà anche possibile stabilire quanti fendenti siano stati inferti al 16enne prima che probabilmente la lama affondasse in un organo vitale. Nel video girato durante l’aggressione e divenuto ben presto virale è impossibile non notare l’accanimento del ‘branco’ contro la vittima e i suoi amici. Una sorta di regolamento di conti tra gruppi rivali da cui è emersa una violenza allarmante, soprattutto tenendo conto che si parla di ragazzi appunto appena maggiorenni e neanche.
Il giovane Tagi, così si faceva chiamare, era arrivato il 5 dicembre scorso a Modena: dopo un primo momento in un centro era stato trasferito al San Filippo Neri, nell’ambito di un progetto di accoglienza per minori stranieri non accompagnati. Il suo sogno era quello di riuscire ad aiutare la famiglia in patria; per questo era arrivato in Italia, per poter studiare e lavorare. Gli amici escludono categoricamente che la lite fosse scaturita da eventuali discussioni legate allo spaccio di stupefacenti. Il enne sarebbe stato ammazzato a seguito di un banale litigio.
Il giovane Tagi era arrivato il 5 dicembre a Modena. Dopo un primo momento trascorso in un centro di accoglienza era stato trasferito al San Filippo Neri, nell’ambito di un progetto rivolto ai minori stranieri non accompagnati.