Modena, 24 settembre 2024 – “Ero lì, sotto casa, in attesa di raccogliere testimonianze sull’omicidio. All’improvviso si presenta un uomo in evidente stato confusionale. Sudava, era strano, si è appoggiato alla porta. Ci siamo guardati in faccia: a quel punto mi sono avvicinato e gli ho chiesto: lei chi è, è il figlio? E lui mi risponde: si, sono io”.
Non capita certo tutti i giorni ad un giornalista di raccogliere una confessione in diretta da parte di colui che è ritenuto responsabile di un terribile delitto. Soprattutto se l’uomo è ricercato da quasi 24 ore. L’intuito dell’inviato di Pomeriggio Cinque Fabio Giuffrida lo ha portato invece proprio faccia a faccia con quello che è ritenuto essere l’assassino dell’ ottantenne Loretta Levrini. Il 50enne Lorenzo Carbone, ieri, di fronte alle telecamere di “Pomeriggio Cinque” – il programma condotto da Myrta Merlino – ha confessato con lucidità, al microfono di Giuffrida di aver ucciso l’anziana madre.
Fabio, come hai capito che si trattava proprio di Carbone?
“Poco prima una signora si è avvicinata a me dicendomi: è lui, è lui. Così ho collegato le due cose ma in quel momento non ho realizzato subito, sapendo che lo stavano cercando. Ero infatti appena tornato dalla bocciofila, dove i pompieri stavano effettuando le ricerche dell’uomo, scomparso domenica dopo il delitto. Inizialmente mi sono chiesto: ma com’è possibile?”
Cosa ha pensato quando ha detto: sono Lorenzo Carbone?
“Ho pensato di trovarmi davanti ad una persona che aveva ucciso la mamma e che in quel momento stavano cercando. Chiaramente nessuno fino a quel momento sapeva se era vivo o morto; si temeva si fosse tolto la vita. Infatti gli ho chiesto dove fosse stato per tanto tempo e lui ha risposto di aver vagato per lungo tempo a Pavullo, senza mai dormire. Aveva questo zainetto che i carabinieri hanno sequestrato, con all’interno effetti personali. La cosa che più mi ha impressionato è che temeva la reazione dei familiari più che di finire in carcere”.
Quando gli ha chiesto se avesse ucciso lui la madre cosa ti ha risposto?
“Ha risposto subito di si, confermando di averla strangolata con i laccetti, dopo aver provato a soffocarla con il cuscino. Ha dichiarato di averla uccisa perché non ne poteva più, non riusciva a sopportare la situazione. Io gli ho fatto tante domande anche per cercare di trattenerlo: dal primo istante ci siamo messi a disposizione dei carabinieri, che abbiamo chiamato immediatamente. Carbone ha accettato che li chiamassimo senza opporre resistenza”.
Cosa ha provato quando ha confessato?
“Non ho avuto paura perché si vedeva che era in stato confusionale, nonostante fosse arrivato a casa con la consapevolezza che la sua fuga era finita. Non sapeva che lo stavano cercando, questo è strano”.
Come si è sentito quando poi lo hanno portato via?
“La sua confessione mi ha scosso a livello emotivo ma l’omicidio non si giustifica mai, soprattutto quando lo stesso presunto assassino dichiara che non vi era un motivo. L’ha fatto e basta. Quando sono arrivati i carabinieri, con i quali vi è stata grande collaborazione, si è consegnato immediatamente”.