
L'omicidio di Finale Emilia
Modena, 2 aprile 2019 - Dodici anni al presunto esecutore materiale, otto al complice, che avrebbe atteso all’esterno. Sono queste le richieste del pm Claudia Ferretti, nel processo col rito abbreviato, per i due ventenni ritenuti essere i responsabili dell’omicidio di Mirella Ansaloni, 79enne che aveva, come bottino, pochi euro ed una catenina d’oro.
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“Sarà difficile spiegare al mio assistito una richiesta di questo genere a fronte di un fatto così grave, richiesta che proviene dall’accusa, cioè dallo Stato”, commenta l’avvocato Valter Biscotti, che rappresenta il figlio della vittima, costituitosi parte civile insieme al fratello dell’anziana.
"Stiamo parlando di un omicidio, non di una rapina. È una vergogna e io stesso in questo momento, mi vergogno di essere italiano". Con queste parole il figlio di Mirella Ansaloni, Simone Benati - commenta le richieste del pm di condanna a dodici ed otto anni nei confronti dei due giovani ritenuti essere i responsabili dell'omicidio della 79enne.
"Con la buona condotta - continua Benati - nel giro di poco saranno fuori. In un caso così, che già è in abbreviato, un buonismo del genere lo escluderei. Nessuno mi ridarà mai mia madre, la speranza, visto che il processo non è ancora concluso, è che la decisione del giudice alla fine sia differente da queste richieste".
I fatti Secondo le indagini i due giovani si presentarono a casa di Mirella Ansaloni, nel settembre del 2017 a Finale Emilia, con una scusa (la richiesta di un bicchiere d’acqua), colpendo poi la vittima alla testa con una bottiglia di vetro. Per Hamza Driouch, ritenuto essere l’esecutore materiale e chiamato a rispondere, oltre che di omicidio volontario, anche di rapina e calunnia, chiesti appunto dodici anni, otto, invece, per il complice Lamsid Ayoud, che sarebbe rimasto all’esterno dell’abitazione mentre si consumava il delitto.
La prossima udienza si terrà sempre in tribunale a Modena il 12 aprile.