Modena, 2 marzo 2019 - E' accusato di aver brutalmente ucciso, dopo aver premeditato con agghiacciante freddezza il delitto, l’ex moglie. Prima colpendola con sette fendenti alle spalle mentre si trovava al volante dell’auto per poi bruciare il cadavere. Nei giorni scorsi, nella sua cella del carcere Sant’Anna, ha cercato di togliersi la vita. E’ stato salvato in extremis dagli agenti della penitenziaria Khalil Laamane, unico indagato per l’omicidio pluriaggravato della 37enne Ghizlan El Hadraoui, trovata morta nella sua auto in via Cavazza lo scorso 6 febbraio.
L’uomo, ora ricoverato, pare abbia approfittato del buio della notte per cercare di farla finita imbastendo un cappio. Le guardie se ne sono accorte pochi istanti dopo e, in particolare un agente, è riuscito a sollevare il detenuto e ad impedire che avvenisse il peggio. L’uomo è stato poi trasferito nella sezione carceraria del Policlinico e risulta ancora seguito dai sanitari per le lesioni riportate. Un gesto estremo legato a quello, terribile, presumibilmente commesso il mese scorso?
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Khalil Laamane, 49 anni, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, si era avvalso della facoltà di non rispondere mentre davanti agli inquirenti, il giorno del ritrovamento del corpo della ex moglie, aveva fornito alla polizia elementi contradditori. Non è chiaro come abbia fatto l’altra sera; quel che è certo è che la prontezza degli agenti penitenziari ha scongiurato il peggio. Quel che resta ora ‘sospeso’ è il futuro dei due bambini di Ghizlam, che hanno espresso il desiderio di non essere sradicati dalla realtà in cui sono cresciuti.
Al momento sono i servizi sociali ad avere la tutela dei minori; ospiti presso amici di famiglia. Per aiutarli è partita dai genitori dei compagni di classe, dagli amici e dalla parrocchia la gara di solidarietà con l’apertura di un conto corrente. Le indagini sull’atroce delitto sono ancora in corso da parte degli uomini della squadra mobile.
Un elemento che rafforza le accuse nei confronti dell’uomo è arrivato dalle telecamere di alcuni capannoni industriali nella zona di via Finzi, vicino a via Cavazza dove è stato trovato il cadavere della 37enne carbonizzata all’interno dell’auto. Le immagini riprendono l’uomo in orario compatibile con il presunto orario in cui Ghizlan è morta. Per ricordare la giovane mamma, nei giorni scorsi, è andata in scena anche una fiaccolata organizzata dalle amiche e dalle associazioni contro la violenza. Alla camminata hanno preso parte quasi mille persone.