Omicidio Gozzoli, al via la guerra dei periti

Formigine, i tecnici di accusa e difesa dovranno attribuire le tracce di Dna trovati sul corpo della vittima, uccisa e legata al letto

Omicidio Gozzoli, al via la guerra dei periti

Omicidio Gozzoli, al via la guerra dei periti

Esami tecnici irripetibili per capire a chi dei due imputati appartenga il Dna isolato sul corpo della vittima. Sono iniziate ieri mattina le operazioni peritali sui prelievi biologici effettuati sul corpo di Alessandro Gozzoli. Parliamo del 41enne di Bazzano (nel bolognese) trovato morto all’interno del suo appartamento di Casinalbo il 10 marzo di un anno fa. Il 41enne fu trovato dalla sorella e dai datori di lavoro nel suo letto, con mani e piedi legati. Due gli imputati per il terribile delitto: ovvero due amici di 20 e 21 anni accusati di omicidio volontario, rapina e utilizzo fraudolento di carte di credito. Per il più giovane è iniziato il processo davanti alla corte d’Assise: in questo caso il processo procederà a porte chiuse. Per il 21enne, invece, è stato incardinato l’abbreviato davanti al giudice dottoressa Clò.

Collegio e Gup hanno nominato lo stesso perito, dottor Verri mentre la difesa del 20enne, rappresentata dagli avvocati Maria Larossa e Maria Cecilia Ferraresi, hanno nominato il perito dottoressa Marina Baldi, presente ieri alle operazioni. L’avvocato Margotti, che rappresenta l’imputato che sarà giudicato in abbreviato non ha nominato consulenti. Il quesito dei giudici era quello di accertare appunto il profilo del dna di determinati campioni che aveva prelevato il medico legale in corso di autopsia.

Solo alcuni, infatti, erano stati analizzati dai Ris. In sostanza ciò che si intende stabilire è a chi dei due imputati appartenga il dna rinvenuto sulle zone ‘vitali’ della vittima e la risposta del consulente nominato dai giudici è atteso entro agosto. Entrambi gli indagati, oggi in carcere dopo essere stati arrestati uno in Romania e l’altro in Inghilterra grazie alle indagini dei carabinieri di Sassuolo e di Modena erano domiciliati presso il campo nomadi di Bologna. Nel corso della prima udienza davanti al’Assise, i carabinieri hanno ripercorso i loro spostamenti, ripresi dalle telecamere.

Quella notte i giovani e presunti assassini conobbero la vittima a casa di un altro amico, nel bolognese e decisero di recarsi insieme a Gozzoli nella sua abitazione di Casinalbo. Dopo il delitto gli indagati fuggirono a bordo dell’auto di Gozzoli – poi ritrovata a Bologna – portando via dall’appartamento della vittima carte di credito e computer portatili.

Valentina Reggiani