Castelfranco Emilia (Modena), 15 giugno 2022 - "Si vedeva che stava male, la vedevo la sera che stava per conto suo. Lavorava nel guardaroba, in discoteca ma aveva iniziato a lavorare anche come segretaria. Lui, Salvatore Montefusco, le aveva chiesto indietro pure il telefono. Mi diceva ogni tanto, la sera, che aveva problemi a casa e che lui era già stato denunciato dalla madre ma non pensavo che potesse arrivare a tanto. Siamo tutti choccati".
Omicidio di Castefranco, in un video la violenza del killer mentre distrugge il giardino
Renata Alexandra si confidava spesso con gli amici: parlava di quel patrigno, un "prevaricatore", un padrone che ogni giorno tormentava lei e la sua mamma. Nessuno, però, aveva neppur lontanamente immaginato un epilogo così terribile ed oggi sono in tanti a chiedersi perché le due vittime, Gabriela ed Alexandra, non siano state ascoltate. Non siano state salvate. Gli amici descrivono Alexandra come una ragazza semplice, riservata ma con tanta voglia di mettersi in gioco.
Una 22enne sempre pronta ad aiutare il prossimo ma ‘tormentata’. A parlare di lei è anche Alessandro Anania, titolare del Kyi di Baggiovara dove la vittima lavorava da tempo. "Aveva fatto con noi tutta la stagione – racconta Anania – il suo compito era al guardaroba ma veniva in discoteca anche quando non lavorava, a divertirsi con le sue amiche. Era sempre sorridente e solare e chi le era vicino sapeva bene che Renata aveva problemi in famiglia. Anche con me ne aveva parlato e noi speravamo si risolvesse. Io, in qualità di datore di lavoro – spiega Anania – sapevo che il marito della madre era violento; sapevo che le opprimeva e più volte era emerso che non voleva che lei lavorasse, che uscisse la sera. Renata sosteneva con forza sua madre Gabriela nella decisione di separarsi. E’ sempre stata molto professionale: era una ragazza meravigliosa e a volte, anche se non era di turno, si presentava la sera per darci una mano. Tante volte ha denunciato eppure – commenta il titolare del Kyi – mai ha ricevuto tutela e credo che questo sia allucinante. Nel 2022 stiamo ancora a parlare di una tragedia annunciata: decine di richieste d’aiuto cadute nel vuoto eppure, chiunque fosse vicino alla famiglia, ne era a conoscenza. Ecco – conclude Anania – la cosa più sconcertante è che nel 2022 leggiamo ancora di ’una Renata ammazzata’ sul giornale: avevano chiesto protezione e tutela eppure non sono state ascoltate. Siamo tutti stretti ai cari di Renata e alla sua famiglia: una ragazza speciale che mancherà a tutti e vittima di una tragedia evitabile".
Anche uno dei collaboratori del locale Notte Tempio ricorda Renata quando, lo scorso inverno, la 22enne era parte dello staff. "Si occupava del guardaroba ed eravamo amici ma con me, ad esempio, non ne aveva mai parlato. Era riservata, una bravissima ragazza. Essendo il nostro un circolo, Renata era una socia collaboratrice volontaria ma veniva spesso. Che dire: quanto accaduto è assurdo". Mauro Tesauro, docente all’istituto ’Cattaneo-Deledda’ si è detto choccato per quanto accaduto. "E’ stata con noi, alla moda. Sono distrutto sinceramente: l’ho avuta come studentessa in prima e in quinta le ho fatto la formazione per il viaggio della memoria. Poi a causa del Covid non riuscimmo a partire ma partecipò attivamente. Era una ragazza di grande sensibilità e ancora questa tragedia non sono riuscito ad elaborarla".