
Omicidi, colera e figli illegittimi L’archivio di Varana in un libro
C’è voluto più di un anno di lavoro per riordinare l’archivio della parrocchia di Varana, piccolo paese di Serramazzoni adagiato ai piedi del Faeto. Un archivio antico, custodito prima nella chiesa dell’antico borgo di Varana Sassi e poi ‘traslato’ nella nuova canonica di San Pietro e Paolo nel 1872, così come il cimitero. A curare la ricerca - con l’aiuto di alcuni parrocchiani - è stato l’ex insegnante Gian Luigi Giacobazzi (nella foto) che ne ha fatto un agevole volume appena pubblicato da Incontri editrice. Nascite, matrimoni, morti ma anche ex voto, "stati delle anime" (una specie di censimento ante litteram) e due diari inediti del parroco don Primo Croci, vere e proprie cronache della vita e delle tradizioni locali risalenti ai primi del Novecento.
Dai documenti, custoditi fin dal 1565, nel periodo appena successivo al Concilio di Trento quando il Papa impose a tutti i curati di tenere i ‘registri canonici’, emerge una storia del tutto sconosciuta del paese e dei suoi abitanti. Moltissime sono le fotografie raccolte nel volume, con particolare attenzione al culto della Madonna della Ghiara. Una di queste immagini storiche del paese, peraltro, è diventata anche la copertina del libro. Tanti gli spunti riportati da Giacobazzi, con qualche piccolo commento, capaci di raccontare in poche righe l’evoluzione storica e sociale di un’intera comunità. Dall’arrivo dei ‘cittadini’ di Napoleone all’efferato omicidio che si consumò all’Osteria del Merlo nel 1794 ai danni di un giovane mezzadro di Pescarola, fino al registro dei figli "illegittimi" tenuto per oltre un secolo; dall’epidemia di colera che colpì il borgo nel 1855 fino alla dispensa del Vescovo di Modena agli abitanti per l’utilizzo dello strutto e del lardo di maiale durante la Quaresima… perché l’olio costava troppo e non si trovava! Giacobazzi dimostra un attaccamento e un amore profondo per il suo paese natale, ed è riuscito a rendere ‘vivi’ documenti ormai quasi del tutto dimenticati. Il lavoro ha anche il merito di mettersi sulle orme di un altro curato, don Luigi Miani (parroco di Varana per 21 anni, fino al 1945), riscoprendo una vicenda davvero incredibile. Nel libro, infatti, si racconta di come don Miani, nel periodo precedente alla Liberazione, venne deportato a Vignola in un campo di lavoro. L’accusa? Aver avvertito i partigiani dell’arrivo dei tedeschi in paese, suonando le campane.
Matteo Giannacco