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Occupazione ’rosa’, è crisi: "Carriera e impegni familiari, difficile conciliare gli impegni"
Modena, 3 luglio 2024 – Con la grande crisi del 2008, il livello di incertezza economica è cresciuto, con ripercussioni misurabili nel commercio internazionale, nella crescita dei prezzi al consumo e nella fiammata inflazionistica. E come emerge da un’analisi di Lapam, a risentirne maggiormente sono state le donne, il cui tasso di occupazione rimane inferiore rispetto a quello maschile. Se a Modena l’occupazione femminile nel 2023 è cresciuta dell’1% rispetto al 2019, recuperando e superando il livello pre Covid, il tasso di occupazione femminile, che nel territorio è comunque tra i più elevati d’Italia e posiziona la provincia al 12° posto rispetto alle altre zone nazionali, rimane ben al di sotto della media maschile, toccando i 20 punti percentuali in meno di differenza tra i due generi nella fascia d’età tra i 35 e i 44 anni, tipicamente l’età in cui le madri hanno figli piccoli a cui dedicarsi.
Nella nostra provincia sono 13.699 le imprese attive a conduzione femminile, il 21,7% del totale delle imprese attive sul territorio, segnando un -1,6% rispetto all’ultimo anno. Tra i settori maggiormente in difficoltà troviamo il comparto moda, l’agricoltura e il commercio al dettaglio, mentre cresce maggiormente il numero di imprese femminili nel comparto dei servizi alle imprese, in particolare nei servizi di comunicazione, gestione e consulenza aziendale. Il comparto artigiano, con dettaglio disponibile solo a livello regionale, vede crescere in particolare le imprese che offrono servizi informatici. Nel modenese, le imprese artigiane sono il 23,2% di quelle a conduzione femminile, quelle gestite da straniere sono 15,6% mentre sono il 9% quelle gestite da ragazze under 35.
"C’è una evidente difficoltà per le donne nel trovare occupazione e nel fare impresa, dando libero sfogo alle loro idee imprenditoriali – dice Rita Cavalieri (nella foto), presidente del Movimento Donne di Lapam Confartigianato – Una delle motivazione alla base di questi dati è la difficoltà per le donne di poter conciliare vita lavorativa e vita privata a causa dell’assenza di misure che vadano proprio in questa direzione. Se vogliamo favorire l’occupazione ’rosa’ e la realizzazione di nuove attività imprenditoriali che siano gestite anche al femminile, dobbiamo intraprendere azioni forti e concrete per evitare che le donne si debbano trovare di fronte al bivio di scegliere tra la vita privata e la carriera lavorativa. È per questo motivo che, come associazione, collaboriamo a progetti dedicati all’empowerment femminile, oltre a formare e a inserirci all’interno dei programmi scolastici, puntando molto sul coinvolgimento anche delle ragazze".