"Un 2021 che sa di ripresa per il settore dell’edilizia" con un ritorno "a numeri precedenti l’inizio della pandemia e valori persino al top se guardiamo all’ultimo decennio". Lo sostiene il Collegio Imprenditori Edili Emilia che ha analizzato le statistiche elaborate dalle casse edili per dare certezza alle impressioni che si raccolgono all’interno dei cantieri e degli studi professionali. Partendo dal quantitativo delle imprese attive tra il primo ottobre 2020 e la stessa data del 2021, il numero di quelle aderenti alla Cassa Edili ed Affini a Modena sono 15.565, 982 in più dei dodici mesi precedenti (+6,7%). L’ultimo dato è secondo solo a quello del periodo tra i due mesi di ottobre del 2015 e 2016 (erano 15.571) e sostanzialmente in trend rispetto agli anni antecedenti la pandemia Covid-19. A cascata anche l’occupazione nel settore assume segnali importanti: sono 73.991 gli addetti attualmente in forza al comparto nel modenese contro i 68.112 dell’anno precedente (+8,6%). Questo fiorire del settore edilizia secondo il Collegio Imprenditori Edili Emilia, "ha un importante punto di appoggio su azioni governative di sostegno quali il Superbonus 110% e gli altri sgravi legati alle ristrutturazioni, fattori che fanno temere la presenza di una ripresa solo momentanea del settore. In ogni caso, da parte dell’associazione di categoria non mancano osservazioni su criticità le quali, nonostante i numeri, permangono, in primis quelle legate alle regole non sempre idonee a valorizzare le aziende più qualificate". Restano poi le questioni della carenza del personale, oltre a quella dell’aumento dei prezzi delle materie prime in cui si registrano salti anche da una settimana all’altra. "Abbiamo bisogno di tornare a un dialogo costruttivo con le istituzioni – evidenzia il presidente Collegio Imprenditori Edili Emilia Claudio Candini – perché dobbiamo confrontarci su come collaborare reciprocamente per portare le nostre conoscenze a disposizione della comunità. Penso per esempio a un tavolo capace di coinvolgere la Prefettura e le altre istituzioni in modo da creare regole di meritocrazia tra imprese. Oggi il problema principale è reperire i materiali a prezzi congrui, assieme all’assenza di manodopera sia specializzata che non. Bacini come il Mezzogiorno, da cui un tempo arrivava forza lavoro per il settore, oggi non forniscono persone e competenze come prima. Per questo le imprese si trovano a cercare maestranze anche all’estero, in Paesi dove spesso manca una formazione professionale adeguata".
r.m.