Ancora paura e sangue nel tardo pomeriggio di ieri in autostazione. Pare a scopo di rapina, un gruppo di giovani stranieri ha accoltellato un 22enne, sempre di origine straniera, che si sarebbe rifiutato di consegnare al branco il proprio telefonino. Contestualmente i malviventi, prima di fuggire avrebbero picchiato anche l’amico 30enne che si trovava con la vittima. L’episodio si è verificato all’interno della biglietteria, intorno alle 18.30 e alla presenza di numerose persone. All’arrivo delle diverse pattuglie della polizia locale gli aggressori si sono repentinamente dileguati. La vittima, colpita con un fendente al fianco, non ha fortunatamente riportato lesioni gravi ed è stata trasportata a Baggiovara per le cure del caso. A colpire sarebbero stati giovani ma non minorenni secondo le testimonianze ed ora sono in corso indagini per identificarli. "La collega si è chiusa in bagno per la paura" afferma l’operatrice della biglietteria Antonella Bernardo. "La zona non è più sicura, da tutti i punti di vista. E’ terra di nessuno. Col fatto che fa freddo entrano nella saletta dell’autostazione e gli utenti hanno paura. Sta diventando una cosa insostenibile. A chi spetta la sicurezza?". Ad intervenire anche Luigi Sorrentino della segretaria regionale Orsa Trasporti. "Questo episodio sottolinea una volta di più l’urgenza di migliorare le condizioni di sicurezza all’interno dell’autostazione, garantendo così agli operatori ai cittadini e ai viaggiatori un ambiente più sicuro e sereno. E’ inaccettabile che dobbiamo vivere nella costante preoccupazione per la nostra incolumità. Chiediamo un intervento urgente da parte delle autorità competenti affinché venga avviato un progetto di riqualificazione completa della stazione delle corriere".
Intanto emergono nuovi dettagli sulla banda di adolescenti che per un mese, tra ottobre e novembre, ha reso la vita impossibile a tanti coetanei, utilizzando come unica ‘arma’ la violenza legata ad una implacabile sete di potere. Giovani ribelli di famiglie ’normali’, ora precipitate in un incubo, impotenti di fronte alla situazione. Ieri due degli indagati, sottoposti a misura in comunità, sono stati sentiti dal giudice del tribunale dei minori. I due, fratelli di 14 e 17 anni, alla presenza del proprio legale, avvocato Daniela Goldoni hanno raccontato la propria verità, proclamandosi innocenti rispetto a diversi ‘contenuti’ del quadro accusatorio ma dicendosi anche pentiti e dispiaciuti per episodi che li hanno visti protagonisti. Provati e consapevoli, soprattutto il più piccolo: così sarebbero apparsi davanti al giudice che si è riservato circa la richiesta avanzata dalla difesa di sostituzione della misura: dalla comunità alla permanenza domiciliare. Per quanto riguarda gli altri due ragazzini (il quinto si è trasferito all’estero) gli interrogatori si svolgeranno lunedì a Bologna. Ma chi sono davvero i componenti di questa gang?
Si tratta di ragazzini di seconda generazione: origine straniera dunque ma cittadinanza italiana, all’infuori di uno di loro. Tre sono in comunità mentre uno, di origine algerina, è in permanenza domiciliare. Alcuni frequentano un noto liceo cittadino e gli altri un istituto tecnico. Amici da anni, che si trovavano in ‘contesti’ normali, con un nutrito gruppo di pari per poi staccarsi dal gruppo e aggredire altri giovanissimi. Violenza gratuita. E’ vero che in alcuni casi (nove gli episodi contestati) il branco si è fatto consegnare soldi e cuffiette ma – secondo le indagini condotte dalla mobile, dall’arma dei carabinieri e dagli agenti della polizia locale – i giovani colpivano al solo scopo di dimostrare il proprio potere. A carico alcuni degli indagati avevano diverse denunce ed in città erano noti proprio per episodi del passato: eppure hanno tra i 14 e i 17 anni. Ribelli a casa e a scuola. "Ci dispiace" hanno detto ieri appunto due dei 5 indagati.