Giuseppe Pezzuto, direttore del pronto soccorso del Policlinico, come è trascorsa la notte di San Silvestro in corsia?
"È stata piuttosto intensa per quanto riguarda il numero di accessi, quello sì. Ma a ogni modo, durante la notte, non abbiamo registrato accessi per lesioni e ferite da scoppio e questo è senz’altro un aspetto positivo. Sempre durante la notte di San Silvestro, però, abbiamo inoltre registrato diversi accessi per pazienti contusi, ferite legate ad aggressioni oppure per cadute accidentali, spesso legate al consumo di alcol".
È andata meglio o peggio rispetto al capodanno del 2023?
"Riavvolgendo il nastro, durante l’ultima notte del 2023 avevamo registrato meno accessi. Questa volta – se consideriamo il lasso di tempo che va dalle 20 alle 8 – abbiamo superato i sessanta accessi, compresi anche i pazienti che hanno avuto problemi ortopedici. È bene sottolineare però che in questo periodo ci sono accessi anche dovuti ad altre patologie: sindrome influenzale, polmoniti, problemi respiratori. Questo periodo, quindi, è già di per sé è abbastanza intenso".
Ci sono stati accessi legati all’alcol?
"Sì più di uno, anche riguardanti minori, ma non stiamo comunque parlando di situazioni gravi".
E per quanto riguarda le contusioni?
"Ormai ne vediamo ogni giorno, o quasi. Se però manteniamo il focus sulla notte di San Silvestro e sui festeggiamenti, è chiaro che essendoci molta gente in giro dopo mezzanotte rispetto agli altri giorni dell’anno, probabilmente se ne contano di più rispetto alla norma. Soprattutto legate all’uso di alcol. Un paziente ad esempio era uscito per andare a buttare il pattume e, cadendo, si è fratturato la spalla".
L’influenza sta mettendo sottopressione il pronto soccorso?
"Abbiamo iniziato a vedere un aumento dei casi di influenza, che a volte si associa poi a polmoniti anche non virali, ma batteriche e che, come sappiamo, nei pazienti anziani possono determinare un peggioramento delle condizioni generali e facilitare le complicanze".
Rimangono poi le criticità legate alla carenza di personale.
"Nel 2024, rispetto all’anno precedente, cioè il 2023, abbiamo contato un centinaio di pazienti in più. Purtroppo però le condizioni del personale sono assolutamente peggiorate rispetto al passato e sappiamo che si tratta di un fenomeno nazionale. Stiamo facendo fatica a reggere: anche se stiamo tenendo duro, non è facile. Rispetto a quanti medici dovrebbero esserci, infatti, c’è un forte deficit: siamo circa la metà di quelli che dovremmo essere come pianta organica. Ci sono delle misure che ci stanno permettendo comunque di coprire i turni, sì, ma lo ribadisco: siamo in difficoltà".