
Giovanni, figlio del fondatore Tommaso, insieme alla fidanzata Elena
Nonantola, 15 giugno 2016 - Domenica prossima, dopo quasi otto mesi dalla tragica esplosione che distrusse la trattoria-pizzeria di Via Mavora, sarà inaugurata a Bagazzano la riapertura dell’antica Nosadella. E’ ancora nel ricordo di molti il 24 settembre 2015, quando con un forte boato che fece tremare i vetri delle case, saltò in aria l’antico locale a causa di una fuga di gas provocata dallo scontro tra due automobili. L’incubo è alle spalle e finalmente la Nosadella riparte.
«Sì ripartiamo – racconta il fondatore Tommaso –, anche se saranno i miei figli a farlo: Giovanni, la fidanzata Elena, Thomas, con il mio aiuto esterno e la collaborazione di tutti gli altri. Un’apertura attesa da tempo, forse troppo, a causa di qualche problema con l’assicurazione e l’eterna burocrazia, non solo da me, ma soprattutto dai ragazzi della Nosadella: 12 persone (4 in cucina, 1 al bar-cassa, 2 figli e lui ai forni e 4 in sala), che dopo quella terribile esperienza si sono impegnati anima e corpo per riaprire il locale. La nuova location è stata ricavata in bella casa colonica a poche decine di metri dalla chiesa, e si sviluppa su due piani. Un fabbricato rurale d’inizio novecento, con travi di legno e colonne in mattoni». Un nuovo look dunque? «Certamente – dice Tommaso – anche se abbiamo mantenuto uno stile d’arredamento semplice, famigliare; tra le novità, il giardino dove si potrà mangiare, dialogare e portare, se si vuole, il proprio animale da compagnia. Domenica l’inaugurazione e da lunedì apertura a tutti».
Quello della Nosadella è stato un disastro che fortunatamente non ha provocato vittime, nonostante poco prima dell’esplosione ci fossero dieci persone all’interno. Dopo lo choc, e un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, da subito iniziò un tam-tam di solidarietà per la raccolta di fondi per aiutare l’imprenditore e i dipendenti rimasti senza lavoro. Amici di famiglia, iniziative di vario genere, l’apertura di un conto corrente ad hoc, le opere del pittore Fernando Masi, esposte e messe all’asta presso le Cantine Gavioli. Una solidarietà che non ha lasciato indifferenti Tommaso Conte, la moglie Elisa Prada e tutti i figli, che hanno pensato di ringraziare pubblicamente le persone che gli hanno aiutati «ma anche tutta la cittadinanza che, con amicizia e fratellanza, non ci ha mai fatto sentire soli». Per questo Conte ha deciso di devolvere, dal momento dell’apertura in avanti, in accordo con l’amministrazione comunale, le somme attualmente a sua disposizione, alle persone del paese che si trovano adesso in difficoltà economica. Finalmente una bella storia a lieto fine.