Modena, 27 agosto 2021 - Si muove a rilento la grande macchina delle sospensioni per i professionisti sanitari che non si sono vaccinati. Sono ancora 115 i dipendenti Ausl che non hanno aderito alla campagna: 16 dirigenti, 63 infermieri, 24 tecnici e 12 fisioterapisti. Chi lavora per l’azienda Usl rappresenta poi solo una ’fetta’ di tutti i sanitari no-vax. Compresi infatti liberi professionisti e quelli che operano nel privato, si sale a un totale di circa 600 lavoratori. Un ruolo nella lentezza dell’applicazione di questa normativa, lo gioca senza dubbio il lungo iter burocratico di lettere e accertamenti, prima che l’Ausl certifici l’inadempienza di ciascun professionista. È altrettanto vero però che la legge è valida ormai da maggio e, volente o nolente, centinaia di operatori sanitari continuano a rimanere a lavoro pur non essendo stati vaccinati.
Covid Emilia Romagna oggi: bollettino coronavirus del 26 agosto 2021. Dati e contagi - No vax Reggio Emilia, sospesi altri 54 sanitari. Ma mancano i sostituti - Medici no vax sospesi: a Cesena il primo caso "Alla maggior parte degli operatori non ancora vaccinati sono stati fissati degli appuntamenti negli hub per i prossimi giorni – ha spiegato Davide Ferrari, direttore del dipartimento di sanità pubblica Ausl – altri hanno documentato giustificati motivi per la mancata vaccinazione, per altri ancora la documentazione è al vaglio di una commissione specifica. Solo al termine di questi passaggi, se le motivazioni non saranno ritenute valide e se non andranno agli appuntamenti, saranno inviati gli avvisi di inadempienza agli Ordini professionali". A quel punto quindi parte la sospensione. Attualmente però sono pochissimi gli avvisi già pervenuti agli Ordini. Su seicento operatori infatti sono solo 28 quelli già sospesi. Di questi, 14 lavorano per l’azienda Usl. "Oggi invierò gli avvisi di sospensione per tre medici e un infermiere, nostri dipendenti" ha riferito ieri il direttore generale Ausl, Antonio Brambilla (quattro sospensioni che si sommano alle dieci comunicate circa una settimana fa). "Spiace molto – ha aggiunto – vedere che queste persone non si ricredono. Da parte di chi si occupa di salute e lavora a contatto con persone fragili, credo sia una scelta davvero individualista". Anche perché, altro fatto ormai noto, la contagiosità del virus in questo momento è molto alta, soprattutto se mettiamo a paragone lo stato epidemico attuale con quello di un anno fa. C’è di buono almeno, che nel corso di questo mese la crescita dei contagi sembra essersi stabilizzata. "Un assestamento – ha considerato Brambilla – da vedere positivamente, contando la grande circolazione sociale che avviene in questo periodo". La fascia d’età nel mirino del virus è sempre quella più giovane, dagli 11 ai 24 anni: "Anche da questo punto di vista – ha continuato – i valori però si sono attenuati. Se resta così, la situazione dovrebbe rimanere sotto controllo". I ricoveri per Covid su tutto il territorio provinciale sono 69. "Di questi, 14 sono arrivati in ospedale per altre ragioni, non legate al virus – ha detto –. La positività è stata riscontrata dal tampone di controllo che si fa accedendo alla struttura". "Abbiamo aumentato la dotazione dei posti letto riservati ai pazienti colpiti dal virus – ha spiegato poi –. Ora sono 79 in tutto, di cui 12 all’ospedale di Carpi e 67 al Policlinico di Modena". Solo quest’ultimo accoglie pazienti in intensiva Covid. "Il tasso di occupazione delle terapie intensive – ha aggiunto – è del 5,7% mentre quello dell’area medica arriva a 6,7%. Il che possiamo dire che ci dia una buona sicurezza, in termini di tenuta delle strutture ospedaliere". In chiusura, il direttore Brambilla ha fatto una puntualizzazione sui decessi per Covid. Dopo un periodo di tranquillità da fine luglio, da metà agosto in poi ne sono stati comunicati sette. "L’età media dei deceduti nell’ultimo mese è 78 anni – ha premesso –. Inoltre specifico che si è trattato di persone anziane, polipatologiche e non vaccinate".
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