Modena, 22 luglio 2024 – Nessuna responsabilità dei medici, il neonato morì per un’infezione batterica acuta imprevedibile e sopraggiunta con estrema rapidità contro la quale il personale sanitario mise in atto tutte le manovre e gli interventi possibili. E’ questa la convinzione del pubblico ministero Claudia Natalini che ha chiesto l’archiviazione per i cinque sanitari, quattro medici e un’ostetrica dell’ospedale di Sassuolo, accusati di omicidio colposo. La vicenda risale alla fine dello scorso anno.
La mamma, una donna di 33 anni residente con il marito a Reggio Emilia, alla prima gravidanza con un decorso tranquillo e senza particolari problemi, il 9 dicembre 2023 venne sottoposta a taglio cesareo d’urgenza deciso dal personale sanitario che per due giorni e due notti aveva monitorato il feto. Il bambino infatti non era correttamente “girato” e la mamma non aveva sufficienti contrazioni per procedere con un parto naturale. Il bambino, un maschietto, venne pertanto alla luce con il cesareo ma dopo circa un’ora dall’intervento arrivò la notizia più brutta per dei genitori; il neonato era deceduto nonostante tutti i tentativi praticati dai medici per rianimarlo.
Mamma a papà, nella disperazione più cupa, decisero di vederci chiaro e, attraverso l’avvocato Federica Martone, presentarono un esposto alla Procura della Repubblica. I quattro medici e un’ostetrica, proprio per fare luce sul decesso del neonato e permettere a tutte le parti la partecipazione agli accertamenti tecnici irripetibili, vennero iscritti, come atto dovuto, nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Il neonato venne sottoposto ad autopsia alla quale presero parte sia i consulenti della Procura che quello nominato dalle parti offese.
Secondo il pm sia l’autopsia sul corpo del bimbo che l’analisi della cartelle cliniche non mostrano elementi che possano far pensare alla responsabilità da parte dei medici. Il neonato purtroppo morì a causa di una corioamnionite acuta severa, un’infiammazione delle membrane fetali causata da un’infezione batterica, una patologia violenta e improvvisa che non risultava dagli esami effettuati prima del parto.
Anche tutte le manovre praticate dal personale sanitario per il pm sono risultate corrette, svolte secondo la procedura. I cinque sanitari sono seguiti dall’avvocato Alessandro Sivelli. La parte offesa sta valutando di opporsi alla richiesta di archiviazione.