STEFANO MARCHETTI
Cronaca

Museo Civico, nuovi reperti. Tre asce di oltre 3mila anni fa in mostra grazie ai cittadini

I preziosi attrezzi dell’età del Bronzo sono stati ritrovati vicino ad alcuni torrenti. Analizzati dalla Soprintendenza e da domani esposti nella sezione archeologica.

I preziosi attrezzi dell’età del Bronzo sono stati ritrovati vicino ad alcuni torrenti. Analizzati dalla Soprintendenza e da domani esposti nella sezione archeologica.

I preziosi attrezzi dell’età del Bronzo sono stati ritrovati vicino ad alcuni torrenti. Analizzati dalla Soprintendenza e da domani esposti nella sezione archeologica.

Il passato ci parla e qualche volta ‘ricompare’ (a sorpresa) continuando a raccontarci storia e storie. Proprio negli ultimi mesi in diverse località della provincia sono riaffiorati tre antichissimi e preziosi reperti, tre asce di bronzo di quasi 4000 anni fa che sono state poi consegnate al Museo Civico di Modena: "Cittadini e cittadine hanno dimostrato un elevato senso civico, contattandoci direttamente per segnalarci gli oggetti che avevano ritrovato – spiegano al museo –. A nostra volta abbiamo provveduto a informare la Soprintendenza".

Tutte e tre le asce risalgono all’età del Bronzo: erano strumenti di lavoro ma anche armi. La più antica – datata fra il 2000 e il 1900 a. C. – proviene da Castelvetro: è stata raccolta in prossimità del torrente Guerro, circa 400 metri a valle della Terramara di Ca’ dei Monesi. A un periodo di poco successivo (fra il 1800 e il 1650 a. C.) si può attribuire la seconda ascia, ritrovata nelle vicinanze di Stradello Baggiovara, un territorio che al tempo era occupato da numerosi villaggi terramaricoli: in quell’epoca si colloca il momento formativo della civiltà delle Terramare. L’ascia più ‘recente’ è stata rinvenuta presso il Ponte di Olina a Pavullo, nel greto del torrente Scoltenna, e viene datata fra il 1300 e il 1200 a. C., quando le Terramare raggiunsero il massimo sviluppo: "Si tratta per ora di un ritrovamento isolato – riferiscono al museo – che non sembra far riferimento a insediamenti noti nelle vicinanze". Le asce più antiche presentano margini laterali rialzati, mentre in quella più recente l’impugnatura veniva assicurata da alette laterali.

I tre reperti (in ottimo stato di conservazione) sono stati visionati, analizzati e presi in carico dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, acquisiti al patrimonio dello Stato e depositati al Museo Civico. Le consegne sono state effettuate alla presenza del dottor Gianluca Pellacani per il Museo Civico e delle dottoresse Monica Miari, Vanessa Poli e Carolina Ascari Raccagni per la Soprintendenza. Da domani le tre asce saranno esposte nella sezione archeologia del Museo Civico, in una vetrina dedicata, e successivamente entreranno a far parte del percorso museale permanente: quella di Olina verrà esposta nel settore dedicato all’età del Bronzo nell’Appennino modenese, mentre i due reperti più antichi saranno collocati accanto al cosiddetto ‘ripostiglio’ di Savignano (2000 – 1900 a. C.), un nucleo di 96 asce che erano stivate in una buca, come un tesoro. Proprio in quel periodo iniziò ad affermarsi la produzione metallurgica e si utilizzò sempre più il bronzo, una lega di rame e di stagno, così le asce furono prodotte in grande quantità. Il Museo Civico espone un’ampia raccolta di reperti che provengono dalle terramare del nostro territorio, come quella che fu scoperta a Montale Rangone: il parco archeologico della Terramara (che riaprirà al pubblico domenica 30 marzo) è la ricostruzione di un antico villaggio e di due abitazioni arredate.

s.m.