
La presentazione del centro culturale
Modena, 24 marzo 2025 – "L’assessora Maletti spieghi l’atto e le sue parole che sembrano bypassare la normativa sui luoghi di culto". L’opposizione carica a testa bassa la vicesindaca Francesca Maletti sulla concessione del centro di via Spontini (traversa di via Bonacini) all’associazione di cittadini del Bangladesh Sylhety: "Le parole che hanno accompagnato la consegna dei 114 metri quadri mi hanno meravigliato conoscendo la serietà e la rigorosità, a volte la durezza, con la quale l’assessora affronta problemi e suppliche quotidiane", fa sapere la consigliera Maria Grazia Modena di Modena per Modena. "Insegnare con leggerezza ad una comunità straniera ad aggirare, eludere le regole del vivere in comunità è molto grave, da cattivi maestri, tanto più in una società come quella modenese nella quale i comportamenti incivili ha di gran lungo superato quelli virtuosi". Vedi la crescente "violenza minorile, quella sessuale, le rapine, spesso non per necessità ma fini a sé stesse, che confinano le persone nei ghetti, nelle riserve indiane, il malcostume generalizzato, l’abbandono dei rifiuti a tutte le ore in tutti gli angoli". Modena pensa "che quella dell’assessora Maletti sia stata una brutta scivolata, di quelle che capitano quando si desidera assecondare in ogni modo (anche a prezzi stracciati) i desiderata di qualcuno, una specie di strizzatina di occhi per farsi un nuovo amico. Ma per cosa? Per qualche voto in più?".
Rincara la dose il capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi: "Con quali presupposti la giunta comunale ha deciso di concedere in uso esclusivo alla comunità bengalese degli spazi pubblici destinati al quartiere e alla città? Con quale responsabilità afferma che in quel luogo si può pregare e che basta dichiarare che viene utilizzato per attività ricreative di ritrovo per eludere di fatto le normative che prevedono autorizzazioni, comprese quelle che coinvolgerebbero anche la Prefettura, nel caso si trattasse di un luogo di culto?". Per Giacobazzi si tratta di "una presa in giro per le associazioni culturali di promozione sociale modenese che faticano a trovare una sede o un luogo dove svolgere, anche temporaneamente, le proprie attività". Ma ciò che preoccupa di più "e che esige un chiarimento sono le parole pronunciate dal vicesindaco, che, in fascia tricolore, parrebbe aver dichiarato pubblicamente, proprio all’interno di questo spazio, come lo stesso sia stato concesso di fatto come luogo di culto, facendolo passare anche come luogo di aggregazione e intrattenimento per la comunità bengalese. Utilizzandolo quindi da subito come moschea, evitando le procedure previste dalla norma per ottenere le autorizzazioni necessarie". Forza Italia annuncia un’interrogazione in Consiglio.
Agli strali dell’opposizione la vicesindaca Francesca Maletti replica che "la decisione di assegnare la sala non è stata mia, ma della giunta comunale con atto proposto dal settore patrimonio. È una decisione presa in base al regolamento approvato in Consiglio all’unanimità e non viene concessa gratuitamente: prevede un canone agevolato di 1.480 euro l’anno perché si tratta di un’associazione che opera nel campo della promozione sociale". Un luogo di culto? "Assolutamente no. Loro se vogliono ogni tanto possono pregare, ma abbiamo spiegato chiaramente che non può diventare uno spazio religioso perché altrimenti dovrebbero seguire un altro iter".