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Morta nel macchinario, i parenti parti civili

Camposanto, l’udienza preliminare per l’incidente sul lavoro che costò la vita a Laila El Harim, i genitori: "Pena congrua che sia un monito"

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"Vogliamo prima di ogni altra cosa che sia resa giustizia a Laila, che l’autorità giudiziaria confermi e persegua le gravi imputazioni contestate ai datori di lavoro e che una pena congrua possa diventare anche un monito per evitare il ripetersi di queste tragedie, affinché il sacrificio di Laila non sia stato del tutto vano". Questo il desiderio dei parenti di Laila El Harim, l’operaia quarantenne di origine marocchina, ma in Italia da oltre vent’anni, residente a Bastiglia, rimasta incastrata e schiacciata in una fustellatrice alla Bombonette di Camposanto ad agosto dello scorso anno. Indagati nel procedimento Fiano Setti, 86 anni, di Camposanto, fondatore e legale rappresentante della ditta nonché il datore di lavoro e Jacopo Setti, 31 anni, in qualità di delegato alla Sicurezza così come la Bombonette srl in quanto soggetto giuridico. Ieri mattina, nel corso dell’udienza preliminare in tribunale sono state ammesse tutte le costituzioni di parte civile, anche quella nei confronti dell’azienda. Il gup Barbara Malvasi ha accolto tutte le richieste dell’avvocato Dario Eugeni, del Foro di Bologna, che assiste i genitori e i fratelli della vittima insieme, per la parte risarcitoria, a Studio3A-Valore spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui tutta la famiglia di origine di Laila si è rivolta attraverso la consulente legale Sara Donati. È stata ammessa e confermata la costituzione di parte civile sia nei confronti dei due imputati sia quella, che è stata a lungo oggetto di discussione, nei confronti di Bombonette. Autorizzata anche la citazione da parte dell’avvocato Eugeni del responsabile civile, ossia la compagnia di assicurazione dell’impresa, Allianz. Non si sono invece costituiti il compagno dell’operaia con la figlia. L’udienza preliminare è stata quindi aggiornata al 13 ottobre 2022. Ai due imprenditori il sostituto procuratore Maria Angela Sighicelli ha contestato il non aver considerato il rischio di contatto dei lavoratori con gli organi in movimento durante l’uso delle fustellatrici ma anche, per un risparmio sui tempi di lavorazione, e quindi per trarne profitto, di aver fatto installare nel macchinario, al posto della prevista protezione statica fissa, dei ’pareggiatori’. Tra le contestazioni anche quella di non aver fatto seguire a Laila il corso di formazione.