MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Morta a 13 anni colpita dal calcio di un cavallo, la disperazione della famiglia: "Arianna era vita allo stato puro"

I suoi sogni si sono infranti in un attimo. "Da grande voleva aprire una fattoria didattica e diventare allenatrice". "Giovedì era particolarmente felice, aveva preso un bel voto al scuola. Il centro ippico era il suo rifugio"

Arianna Giaroli, 13 anni, residente a Carpi con la famiglia è stata trovata a terra priva di sensi alle 17 di giovedì nel centro ippico Il Vigneto di San Martino in Rio, nel Reggiano.  La minorenne è stata subito soccorsa e trasportata in elicottero all’ospedale di Parma, dove è stata ricoverata in Rianimazione. Ieri, purtroppo, è deceduta.

Arianna Giaroli, 13 anni, residente a Carpi con la famiglia è stata trovata a terra priva di sensi alle 17 di giovedì nel centro ippico Il Vigneto di San Martino in Rio, nel Reggiano. La minorenne è stata subito soccorsa e trasportata in elicottero all’ospedale di Parma, dove è stata ricoverata in Rianimazione. Ieri, purtroppo, è deceduta.

Modena, 9 marzo 2024  - Tredici anni, l’età dei sogni, della fantasia, dei progetti, del ‘cosa farò da grande’. E Arianna Giaroli, a soli 13 anni, già sapeva cosa avrebbe voluto fare da ‘grande’: aprire una fattoria didattica con i cavalli, anzi, un range nel Texas e diventare allenatrice dei cavalli.

Erano la sua grande passione, da sempre. Arianna era un animo nobile, gentile, puro. Amava incondizionatamente ogni tipo di animale: se vedeva a terra un lombrico, lo spostava per non calpestarlo, e tante volte ha portato in salvo uccellini o ricci che trovava feriti per strada. Portava a passeggiare il cagnolino che da un anno le aveva regalato papà. Era così Arianna, lunghi capelli castani e occhi azzurri, e un portamento signorile da cavallerizza nata. Piena di gioia di vivere e assaporare ogni istante della vita.

Quella vita che le è stata strappata troppo presto. La ragazza frequentava la terza media alle scuole medie Guido Fassi di Carpi, e aveva già deciso cosa avrebbe fatto dopo: il liceo Mandredo Fanti, indirizzo economico sociale.

Giovedì, il giorno della tragedia, era tornata al maneggio dopo due settimane di pausa, e, come ricorda la zia materna, "era particolarmente felice. Era una bella giornata, aveva preso un bel voto a scuola, e finalmente era potuta tornare in quello che era un ‘nido’ per lei, il suo luogo di pace, e stare di nuovo vicino ai suoi amati cavalli. Già da molti anni cavalcava, ogni momento libero lo dedicava a loro, li strigliava, puliva, abbracciava. Portava anche i nonni in maneggio per fare vedere quanto erano belli questi animali che lei aveva nel cuore".

Giovedì aveva deciso di portare solo a passeggiare gli animali, promettendosi di montare la prossima volta. Quella prossima volta che non ci sarà. "Ari – prosegue la zia – era vita allo stato puro. Coinvolgeva tutti con il suo entusiasmo: dei cinque cugini, tra loro molto legati, era la più piccola ma anche quella con le idee già chiare. Il nonno ogni pomeriggio faceva il giro per raccogliergli tutti nelle varie scuole e poi tutti dai nonni, tra giochi, scherzi, e confidenze. Era davvero molto felice giovedì quando è tornata al maneggio e sono certa che stesse sorridendo nel fare passeggiare il cavallo".

Papà Federico e mamma Sara hanno dato l’autorizzazione all’espianto degli organi: un gesto di grande nobiltà d’animo e di estrema generosità, nel momento più atroce del dolore, "con la speranza che grazie a mia nipote Arianna altri bambini e bambine possano vivere. Abbiamo pregato ogni istante da quando è accaduta la tragedia, sperato in ogni modo, certi che la sua immensa voglia di vivere fosse più forte di tutto. Lei non c’è più, almeno speriamo che possa donare la vita ad altri bambini".