Modena, 6 novembre 2021 - Dopo le notizie, trapelate ieri mattina dalla Procura, relative al fatto che non vi sarebbe, al momento, alcuna correlazione tra la morte di Giulia Lucenti, la sedicenne di Bastiglia deceduta il 9 settembre scorso, e la seconda dose di vaccino Pzifer, inoculata sedici ore prima nel Punto vaccinale di Castelfranco Emilia, per il legale della famiglia, l’avvocato Pier Francesco Rossi "è prematuro trarre conclusioni. Si tratta – dichiara Rossi – di una prima risultanza macroscopica inviata alla Procura, ma l’impegno dei medici legali prosegue, non è concluso. E’ necessario attendere l’esito definitivo del riscontro diagnostico, previsto per i primi di gennaio".
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Ad oggi, di fatto, non è stata individuata alcuna causa di morte, anche se per la Procura, che nei giorni scorsi ha acquisito i primi riscontri, si potrebbe già ipotizzare l’assenza di una correlazione tra il decesso della ragazzina e il vaccino. Giulia, che avrebbe di lì a poco dovuto iniziare l’anno scolastico, era stata rinvenuta senza vita sul divano di casa dalla madre Oxana, poco prima delle 15. Intorno alle 13.30, aveva risposto al telefono al papà Lorenzo e alla madre, per poi chiudere gli occhi per sempre ai suoi progetti futuri, all’amore immenso dei genitori, ‘scivolando’ via troppo presto. Inutili erano stati i tentativi effettuati dai sanitari del 118 con l’inserimento in vena di un catetere di adrenalina per cercare di riattivare il cuore. In quella drammatica circostanza, la madre aveva costatato la fuoriuscita di due coaguli di sangue. La studentessa, che era stata accompagnata il giorno prima al Puv dal padre, nelle ore successive aveva accusato dolore al braccio sinistro e stanchezza, i più frequenti effetti collaterali della vaccinazione. Nonostante la giovane età, all’inizio la Procura non aveva disposto l’apertura di un’inchiesta. Ad oggi esisterebbe un fascicolo conoscitivo, senza ipotesi di reato. Gli accertamenti medico legali erano stati disposti a seguito dell’esposto presentato dall’avvocato della famiglia Lucenti. Il caso, tuttavia, era stato paragonato, a quello di Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante morta nel giugno scorso al San Martino di Genova dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca a un open day. Sul caso, la Procura ligure ha già accertato che la morte per trombosi di Camilla "è ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del vaccino anti Covid".
Anche Giulia, come Camilla, come più volte è stato dichiarato dal suo cardiologo, il dottor Stefano Tondi, "era una ragazza sana. Era affetta dalla nascita da una lieve alterazione alla valvola mitralica, riscontrabile grazie alle sofisticate apparecchiature non invasive, ma sarebbe eccessivo –aveva sottolineato Tondi– parlare di ‘giovane cardiopatica’. Non prendeva alcun farmaco, conduceva una vita normalissima, di ragazzina della sua età, faceva sport, stava bene. L’autopsia – aveva ribadito Tondi– sarà fondamentale".
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v.bru.