VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Morì folgorato in piscina ad Algeri, per i giudici l’hotel non ha colpe

La madre di Alex Bonucchi: “Lo Stato mi aiuti”. Secondo la sentenza, nonostante l’autopsia certifichi la scossa elettrica, il ragazzo è deceduto per problemi cardiaci. Assolto il legale rappresentante dell’albergo. Barbara Degli Esposti: “Italia indifferente, non mi arrendo”

Alex Bonucchi morto in Algeria a soli 25 anni: era in piscina durante una trasferta di lavoro

Alex Bonucchi morto in Algeria a soli 25 anni: era in piscina durante una trasferta di lavoro

Modena, 9 giugno 2024 – Il medico legale, perito forense di Algeri aveva sottolineato come, all’esito dall’autopsia, le cause del decesso fossero chiare: folgorazione. Alla stessa conclusione era arrivato il perito di parte, dottor Radheshi che aveva confermato: ‘la causa di morte è ascrivibile a folgorazione, in seguito a contatto della mano con un conduttore elettrico’.

Eppure, ad oggi, non vi è alcun colpevole per la morte di Alex Bonucchi, tecnico specializzato della Sacmi (che produce macchine e impianti per l’industria ceramica) rimasto appunto folgorato in piscina a soli 25 anni. Il giovane di Nonantola, ex calciatore e allenatore del Rolo (Reggio) era in trasferta per lavoro (l’azienda di Imola, con sede anche a Sassuolo, è estranea all’inchiesta).

Il dramma era avvenuto a Rouiba il 4 gennaio 2021, nella piscina dell’hotel dove alloggiava. La salma del ragazzo era stata sottoposta ad autopsia prima il 7 gennaio, ad Algeri e poi la settimana successiva in Italia. Anche la procura di Roma aveva aperto un’inchiesta per il reato di omicidio colposo nei confronti del legale rappresentante dell’albergo, lo stesso che, nei giorni scorsi, è stato assolto nell’indagine parallela ad Algeri.

Secondo la sentenza algerina, l’assoluzione è dovuta al fatto che, seppur sia rimasto folgorato, ‘il decesso è dovuto alle condizioni cardiache della vittima, poiché prendeva un farmaco per il cuore’.

La famiglia è pronta a dare battaglia contestando la sentenza. La mamma di Alex, Barbara Degli Esposti, non si arrende e riavvolge il nastro di questi anni di rabbia e dolore: “Vengo svegliata con una telefonata dal Consolato italiano alle 00:45 di martedì 05 gennaio 2021: mi dicono che mio figlio è morto a causa di una scossa elettrica nella piscina dell’hotel. Dalla prima testimonianza inviatami dell’ambasciata italiana di Algeri, risulta che un soldato della Bielorussia, anche lui ospite dell’hotel ha assistito all’accaduto: uscendo dall’acqua Alex avrebbe toccato con la mano sinistra un filo elettrico che si trovava nell’incasso della parete dove era stato posizionato un LED. Il collega che si trovava con mio figlio in Algeria mi spiega di essere stato avvisato del decesso alle 21: Alex è morto tra le 18 e le 19. Perché tutto questo tempo? Poi tutto tace – spiega ancora –. Dopo un anno e mezzo, ho chiesto tutta la documentazione di Alex e ho scoperto che la sua salma è rientrata senza cuore e polmone destro. Mi spiegano di averli trattenuti per accertamenti, di cui mai ho avuto esito e li hanno seppelliti in un cimitero in Algeria, senza consenso. Sono andata in Algeria a novembre 2022: il mio cuore si è fermato davanti a quella piscina”.

Secondo la madre ci sono stati errori, mancate comunicazioni ed è stata lasciata sola dalle istituzioni. “Ho chiesto aiuto ma l’Ambasciata italiana mi ha detto che lì valgono le loro leggi. La Farnesina? mai sentita”. Non solo: a luglio dello scorso anno – fa presente – si è svolta la prima udienza del processo penale, eppure nulla viene comunicato alla famiglia della vittima. “Nessuno ci ha chiamati – spiega ancora – ma in quell’udienza la versione cambia e il militare bielorusso, inizialmente testimone, sparisce ‘dalla scena’. Aggiungono che la piscina era chiusa per covid e che vi erano dei cartelli scritti in diverse lingue con divieto d’accesso. Falso – sottolinea Barbara – Inoltre, affermano che mio figlio era cardiopatico, ma non è così”.

Degli Esposti a novembre 2023 è tornata in Algeria per l’Appello dopo il primo processo chiuso senza avvisare la famiglia, chiedendo giustizia per la morte di Alex. Ora l’assoluzione. “Andremo in Cassazione – conclude Barbara – ma chiediamo anche all’Italia di intervenire. Alex non era solo mio figlio ma un giovane italiano morto nell’indifferenza e nel silenzio delle istituzioni e, soprattutto, del suo Stato”.