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Monitoraggio e accoglienza invernale a Modena: il ruolo chiave del volontariato

A Modena, il piano di accoglienza invernale supporta 200 senza dimora grazie al monitoraggio e all'impegno dei volontari.

Piano accoglienza invernale. Ospitalità e monitoraggio: "In 200 senza fissa dimora"

A Modena, il piano di accoglienza invernale supporta 200 senza dimora grazie al monitoraggio e all'impegno dei volontari.

di Giorgia De CupertinisMonitorare, sì. Per "creare un punto di contatto, un dialogo e una relazione con ognuno di loro". È un gesto di amore e solidarietà quello che ogni sera, nonostante il buio e le basse temperature, i volontari compiono lungo le strade del nostro territorio, con l’obiettivo di aiutare le persone senza fissa dimora. Azioni che si inseriscono così nell’importante piano di accoglienza invernale coordinato dal Comune, partito i primi di dicembre e attivo fino all’11 marzo, per rispondere alle esigenze e tutelare le persone senza dimora, provvedendo alla loro accoglienza nei mesi più freddi.

L’attività di monitoraggio effettuata dall’intero gruppo di lavoro negli ultimi mesi, infatti, ha portato a rilevare complessivamente circa 200 senza fissa dimora presenti sul nostro territorio da almeno sei mesi, di cui circa 80 sono effettivamente in strada, mentre i rimanenti in situazioni abitative precarie: per dare loro una mano, le unità di strada del volontariato escono a piccoli gruppi suddivisi nelle associazioni di appartenenza – Croce Blu, Croce Rossa, Gruppo Comunale Protezione Civile, Agesci e Porta Aperta – mentre l’Associazione Volontari del Soccorso effettua servizio di ritiro e consegna dei generi alimentari da distribuire.

Un lavoro importante, minuzioso, guidato dalla solidarietà e dall’impegno. Ma anche un importante tassello di un più ampio mosaico, appunto: nel dettaglio, il Piano prevede l’attivazione di quasi 100 posti letto straordinari, cui si accede attraverso gli sportelli sociali attivi al centro servizi per l’ inclusione e il contrasto alla marginalità e presso i Poli sociali: se i posti straordinari sono per la gran parte (74) dedicate all’accoglienza notturna, si aggiungono dall’altra parte una quindicina di posti riservati all’accoglienza h24, quindi anche diurna, per persone con particolari fragilità sociosanitaria.

Inoltre, a fronte di una grave carenza di strutture, quest’anno il reperimento di una parte dei posti è stato possibile grazie alla collaborazione della Comunità Islamica di Modena e Provincia.

"I numeri crescono, ma con questo monitoraggio possiamo seguire le gravi fragilità con grandissima attenzione – precisa l’assessore alla sicurezza urbana integrata, inclusione, volontariato e terzo settore, Alessandra Camporota, che ieri sera si è unita ai volontari –. Questo piano straordinario consentirà di ospitarne un centinaio, ma allo stesso tempo di seguire anche gli altri. Perché ancora una volta, lo ribadiamo, non abbandoneremo in nessun modo chi rischierebbe con il freddo di trovarsi in condizioni critiche. Il volontariato modenese – ricorda – è uno dei cardini principali del Piano rivolto ai senza fissa dimora".

Inoltre, come ricordato, la gestione dell’accoglienza viene svolta anche in stretta collaborazione con l’Azienda Usl – SerDP. Gli operatori degli sportelli sociali e dell’Ausl verificano, attraverso i colloqui, la condizione delle persone senza dimora, valutano gli interventi necessari e l’inserimento in struttura di accoglienza temporanea.

"Si tratta di un fenomeno in continua evoluzione – chiarisce Alberto Caldana, presidente di Porta Aperta – e cambiano anche i profili. Oggi molto spesso parliamo di persone che hanno un lavoro sì, ma non sufficientemente pagato e che proprio per questo motivo non riescono a pagarsi un alloggio. O altrimenti ci sono situazioni di malattie o dipendenze. Insomma, è un fenomeno complesso, che ha diverse sfaccettature e che sta aumentando negli ultimi tempi".