La capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Oppure, in psicologia, la capcità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Le due definizioni rispondono alla spiegazione del termine "resilienza", spesso sinonimo in questi anni dei cammini del Modena in alcuni momenti chiave delle stagioni "rivettiane". La squadra nata in serie C, con Attilio Tesser alla guida, fu la prima a mostrare questa caratteristica poi mantenuta fino ai giorni nostri e quella di Bisoli avrebbe un enorme bisogno di dimostrarla ancora una volta.
Proprio in tema di assenza, ricorderete quando a cavallo tra il mese di ottobre e novembre del 2021, Tesser fu costretto, proprio come Bisoli, a fare i conti con le numerose assenze per infortuni e squalifiche tanto da trovarsi Minesso nel ruolo di prima punta (unico attaccante rimasto, e nemmeno bomber di razza) per altro espulso in quello storico Modena-Carrarese 2-0 concluso senza attaccanti ma con uno strepitoso Azzi mattatore. E fu proprio l’invenzione Azzi a far dimenticare le assenze di Marotta, Ogunseye e Bonfanti allo stesso tempo anche nelle gare successive, supportate comunque dal roster di trequartisti (Tremolada, Mosti e i gol di Scarsella) e da una difesa granitica. Quella dimostrazione di resilienza diede il via alla scalata versi le 14 vittorie consecutive e il primato. Stesso accadde all’inizio della stagione successiva. L’impatto con la B è tremendo, il Modena vince solo con la Ternana nelle prime giornate (5 ko in 4 partite), perde per infortunio Gerli e Pergreffi ma dopo la prima sosta si ricorda di saper reagire con il consueto colpo di reni e inizia a conquistare punti importanti adattandosi alla categoria e ottenendo una tranquilla salvezza.
Lo scorso anno, per il colpo di reni, è servito attendere il cambio di allenatore ma in quel caso si è trattato di qualcosa di evidentemente molto più grave, forse nemmeno pronosticabile da chi aveva preso le decisioni ad inizio stagione. Tant’è, la capocciata di Zaro al Sudtirol un po’ rappresenta quella reazione di orgoglio che serviva. Per arrivare ai giorni nostri, l’attuale compagine di Bisoli, nell’emergenza, ha probabilmente bisogno di rievocare quanto hanno fatto le precedenti squadre. E di quelle formazioni restano ancora molti protagonisti, da Pergreffi a Gagno, da Gerli a Magnino. Insomma, con la speranza che la pausa aiuti davvero, il Modena si ricordi che nel suo dna la capacità di reagire c’è, eccome. Assorbire un urto fa parte del percorso, assorbire un urto senza rompersi rende, invece, resilienti e forti.
Alessandro Troncone