Fosse stato uno ‘stress test’ per misurare la pazienza del ‘sindaco della gentilezza’ – cui per una trentina di secondi è scappata la frizione – l’esame sarebbe stato da rifare. "Se non volete gli educatori diteci cosa volete. Siete bravi a fare le domande, ma avanzate anche delle proposte!", ha alzato la voce il primo cittadino facendo impennare ulteriormente la temperatura della sala. Il video della sfuriata ha fatto il giro delle chat interne al Partito Democratico: "Si marca sempre la diversità tra Massimo e Gian Carlo – ridacchia un esponente Dem – l’altro giorno non si è vista molto, sebbene con Muzzarelli i toni sopra le righe riguardassero sempre le contrapposizioni tra opzioni concrete da adottare. In questo caso mi sembra che il sindaco fosse agitato perché non c’era una proposta vera e propria sul tavolo, tanto che un genitore glielo ha fatto notare dicendo che l’amministrazione è nervosa ’perché non ha il controllo della sicurezza in città’. Si può dire che anche da Mezzetti è uscito il Muzzarelli furioso che si nasconde in ognuno di noi…".
Così come, nel Pd, non è stato tanto gradito l’incipit della seduta nella quale il sindaco ha detto che Roma, Milano, Napoli vivono situazioni ben peggiori: "Minimizzare non è la strada giusta, è un alibi. Qui siamo a Modena e occorre partire dal livello di aspettative di questa città". Apprezzata invece la scelta di presentarsi con la giunta e i rappresentanti delle forze dell’ordine. "Nel partito c’è consapevolezza che la repressione non basta, la strategia educativa è quella vincente, ma servono tempi lunghi".
La seduta è finita anche sotto la lente del centrodestra. Che più che con il sindaco se la prende con gli altri. Giovanni Bertoldi della Lega rileva come "le vere responsabilità non sono del sindaco Mezzetti (almeno per il momento!), ma ricadono in realtà sulla precedente amministrazione (quella di Muzzarelli) che prima ha negato il problema criminalità e poi lo ha sottovalutato, permettendo che Modena diventasse una città insicura, in cui i delinquenti si sono ormai radicati". Nell’incontro "ho trovato più gravi due cose: la totale assenza di dirigenti scolastici e un atteggiamento troppo giustificativo e morbido da parte dei rappresentanti delle forze dell’ordine, più da assistenti sociali che da tutori dell’ordine pubblico, a cui spetta la repressione dei fatti criminosi. Ognuno deve svolgere i propri compiti. Scarsa, invece, l’incisività dell’assessore alla sicurezza Camporota che nel suo intervento ha mostrato un approccio tipicamente burocratico, privo della concretezza necessaria per affrontare una situazione emergenziale".
Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Ferdinando Pulitanò attacca invece gli assessori del Pd: "Di fronte alle preoccupazioni dei genitori per aggressioni e rapine, e alle denunce di testimoni su dirigenti scolastici che minimizzano problemi sempre più gravi, e istituti che chiedono di non procedere per non inficiare il numero di iscritti, il silenzio di Federica Venturelli, assessore alla scuola, e di Andrea Bortolamasi, assessore alle politiche Giovanili, è stato assordante e ingiustificabile. È stato sconcertante assistere alla totale assenza di risposte da parte di chi, come Venturelli e Bortolamasi, avrebbe dovuto essere il principale interlocutore delle famiglie".