GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Modena e il dibattito sulle baby gang: bande giovanili o aggregazioni occasionali?

Discussione in Consiglio comunale su baby gang a Modena: distinguere tra bande organizzate e violenza occasionale

Allarme bande giovanili: "Ma non sono baby gang": "Cosa cambia? È violenza"

L'assessora Alessandra Camporota

Modena, 11 dicembre 2024 – Si può parlare di baby gang a Modena? Ha senso distinguere tra bande organizzate e aggregazioni violente, ma occasionali e non strutturate? L’argomento è stato oggetto di una disputa lunedì in Consiglio comunale tra Fratelli d’Italia e l’assessora Alessandra Camporota.

Elisa Rossini ricorda come l’ex sindaco negava la gravità del fenomeno definendola "una banda di smandruppati". Camporota lunedì – riferendosi a studi di Trancrime del 2022 e del Dipartimento di pubblica sicurezza del 2024 – ha spiegato che "non sono stati registrati gruppi organizzati e strutturati di minori legati a organizzazioni criminali", ma si è evidenziato "un diffuso atteggiamento di disprezzo per le regole del vivere civile che sfocia talvolta in episodi di vandalismo, disturbo e talvolta vessazioni e violenze rivolte quasi sempre a danno di coetanei minorenni che non possiamo tollerare".

Il centrodestra ha invitato però a non avventurarsi in "esercizi di stile: "chiamiamo le cose con il loro nome". Rossini avrebbe "auspicato un approccio diverso da parte di questa giunta. Anche gli studi a cui fa riferimento Camporota non mi sembra smentiscano le preoccupazioni dei genitori che all’assemblea di giovedì scorso hanno indicato una quarantina di ragazzi che imperversano e che gli studi inquadrano come ragazzi che commettono reati occasionali: "Siamo comunque nell’ambito di bande giovanili", sottolinea Rossini.

"Di fronte al profondo disagio manifestato dalle famiglie, nel rispondere alla nostra interrogazione, l’assessore si è preoccupata di trovare le prove dell’inesistenza delle baby gang a Modena, quando nel corso dell’assemblea è emerso con chiarezza il contrario: un Comune deve dare risposte ai genitori preoccupati e indagare su chi siano questi ragazzi, da dove vengono, dove vanno a scuola". L’inclusione sociale e l’accoglienza diffusa "continuano a prevalere sul diritto dei modenesi a vivere in sicurezza".

È improprio ha replicato Camporota definire "oggi Modena capitale della baby gang. A Modena c’è stato un momento storico nel quale il fenomeno stava effettivamente strutturandosi e se avesse preso piede oggi staremmo a parlare di una situazione molto diversa". Ma dopo che il questore nel 2022 ha annunciato "la disarticolazione di due baby gang, il periodo del gruppo Daisan, oggi non si può parlare di baby gang, bensì di bande giovanili certamente violente e aggressive, ma non strutturate. Non facciamo di tutta l’erba un fascio, non si possono mettere insieme risse, aggressioni, bullismo".

Distinguere i fenomeni, ha proseguito l’assessora, "aiuta l’investigazione e consente di calibrare gli strumenti di prevenzione, educazione, intervento delle forze dell’ordine". Né non si può "non tenere conto della legislazione minorile vigente in Italia, che pur prevedendo il perseguimento dei reati, tiene in alta considerazione la tutela di questi giovani. Nessuno ritengo possa pensare di non applicare una legge dello Stato italiano".