Tragedia in località ‘Il Macchione’ a Piandelagotti. L’allevatore Luigi Lamberti, 79 anni, è morto ieri pomeriggio dopo che il toro di sua proprietà lo avrebbe colpito ripetutamente ed in maniera letale con le corna. Il cadavere è stato ritrovato in un campo attiguo alla piccola azienda agricola di famiglia: inutile, purtroppo, il tempestivo intervento dei soccorsi; altro non si è potuto che constatarne il decesso. Lamberti, originario di Piandelagotti, era molto conosciuto in paese. A soli 18 anni era partito dall’Alto Appennino per motivi di lavoro, approdando prima a Genova, poi a Padova e infine a MIlano, dove ha vissuto gran parte della propria vita. Una volta andato in pensione, dopo la morte del fratello era tornato sulle montagne modenesi per gestire il podere di famiglia: un’azienda agricola dalle notevoli dimensioni negli anni ‘70 e ‘80, ma di recente ridimensionata parecchio. Aveva tenuto solo alcuni vitelli di carne, qualche mucca e un toro: lo stesso che ieri, improvvisamente, lo ha tradito, mentre pascolava nei prati di Piandelagotti come ogni giorno. Lamberti non era sposato e viveva da solo; lascia due fratelli, uno di Pievepelago e l’altro residente in America, oltre ad una sorella di Milano che ieri, avvertita della tragedia, si è immediatamente recata sul posto.
"Era una persona molto corretta, stimata da tutti e anche distinta - ricorda Ferdinando Lunardi, titolare del bar Alpino di Piandelagotti -. In paese usava passare due o tre volte a settimana, magari per andare in Comune o per comprare il mangime per il bestiame. Ogni volta che si fermava, faceva conversazione con chiunque, anche con i bambini, che conosceva rigorosamente tutti per nome e data di nascita. Era autonomo e molto attivo: aveva scelto quella vita da allevatore e gli sarebbe dispiaciuto smettere, anche per un legame affettivo nei confronti dei propri genitori. Il lavoro lo teneva abbastanza impegnato". Il corpo, recuperato dalle onoranze Coriani di Montefiorino, è ora a disposizione della medicina legale di Modena, che potrà decidere se procedere o meno con l’autopsia. A Piandelagotti da ieri domina lo sconcerto: "E’ come se il paese si fosse fermato - spiega Lunardi -. Qui ci conosciamo tutti e siamo legati quasi in modo fraterno".
r. p.