FANANO
E’ stata definita ‘scarsissima’ la raccolta dei mirtilli selvatici sul nostro Appennino, con ripercussioni su tanti redditi familiari e su di una filiera di grande rilievo: dalle confetture ai liquori. Da una raccolta che in passato aveva raggiunto i 6mila quintali, e che già negli scorsi anni si era via via assottigliata, quest’anno pare ci si sia ridotti a poche centinaia di quintali. Secondo storici raccoglitori, la causa della penuria nell’intero Appennino tosco-emiliano di mirtilli neri selvatici ‘è stata quasi certamente una conseguenza dell’inverno 2023/24 scarsissimo di neve, con le piantine non protette dal manto nevoso che hanno subito danni soprattutto dalle gelate nei giorni antecedenti le feste natalizie; nel rinverdirsi molte piante non sono quindi riuscite a produrre frutti di dimensioni raccoglibili, mentre in altri casi la siccità di luglio ha fatto maturare troppo in fretta molte delle bacche rimaste’. Un anticipo di maturazione che aveva fatto anticipare a Fanano l’apprezzatissima Festa Città del Mirtillo al 3 - 4 agosto: ‘Motivo? Molto semplice -hanno spiegato i promotori- negli ultimi anni il mirtillo non era arrivato in quantità sufficienti dopo il terzo weekend di agosto, quindi quest’anno abbiamo deciso di festeggiare il mirtillo all’apertura della campagna’. La raccolta infatti era stata consentita dall’Ente Parchi già dal 25 luglio, in anticipo rispetto agli anni scorsi. E subito il costo dei mirtilli nei negozi montani aveva iniziato ad aumentare man mano che calava il prodotto raccoglibile, giungendo ai 20 euro al chilo, il 50% in più rispetto allo scorso anno. Aumenti ancor maggiori in città. Nel complesso, un netto calo di redito alle centinaia di raccoglitori ‘professionisti’ dell’Appennino, a cui mancherà un’importante integrazione di reddito. Vi sono infatti intere famiglie appenniniche che da decenni si tramandano le tecniche di raccolta, a cui si sono aggiunti negli ultimi anni numerosi raccoglitori di origine straniera. Ripercussioni anche alle ditte di trasformazione del prodotto nostrano. Nel versante toscano sono state pubblicate stime di perdite 2024 ammontanti a ben 2-3 milioni di euro rispetto alle stagioni d’oro 2014-2016. Oltre alla mancanza di neve, viene evidenziata anche la riduzione delle superfici a pascolo, che ha generato il subentro di altre specie di vegetazione che hanno sopraffatto il mirtillo, come ad esempio la presenza senza maggiore del paleo. Allo studio quindi proposte per salvaguardare l’ ‘oro nero’ del nostro Appennino. Intanto, per tutelare i consumatori da sofisticazioni, da alcuni anni esiste un marchio specifico di tutela dl mirtillo nero, voluto dalla Camera di Commercio di Modena, con una severa normativa.
g.p.