
"Tre neonati morti nel reparto di Neonatologia del Policlinico di Modena dopo aver contratto una infezione da Escherichia coli, tra cui mio figlio, Daniele Barbieri". Isabella Massamba e il compagno raccontano la tragedia vissuta nel febbraio 2018, oggi al centro di una causa civile attraverso la quale chiedono all’ospedale un risarcimento danni che si preannuncia milionario. "Era l’11 febbraio quando mio figlio, nato prematuro di sette mesi, è morto. Mai avrei pensato potesse succedere perché mi avevano detto che era sano e che sarebbe stato dimesso una volta preso peso. Invece è stato infettato dallo stesso batterio contro cui aveva lottato, per poi morire, un’altra bambina che guarda caso aveva occupato la stessa incubatrice di mio figlio. Anche un’altra piccolina, in stanza con Daniele, ha contratto l’infezione e per fortuna si è salvata. Ma un altro bimbo, il terzo, è invece morto in un’altra stanza". Per il Policlinico invece i neonati deceduti furono due.
Di questi genitori, alla fine, nessuno ha sporto denuncia penale: "Ho fatto di tutto per rintracciarli. La mamma della bambina guarita, visto il lieto fine, ha deciso di non procedere mentre girando per i cimiteri, alla fine ho trovato il nome della bambina morta prima di Daniele e ho contattato i genitori. Avevano deciso di intentare la causa con me, ma poi hanno accettato i 250mila euro offerti dal Policlinico e sono usciti dal procedimento. Non li giudico, si tratta di una famiglia in difficoltà economica. I parenti del terzo bimbo deceduto non li ho mai trovati". Fatto sta che ora Isabella Massamba lotta da sola contro l’ospedale: "All’epoca mi sconsigliarono di fare denuncia penale, la stessa psicologa del Policlinico mi disse che sarei stata più male. Cercarono anche di dissuadermi dal fare l’autopsia, ma quella invece fu effettuata e dimostrò che mio figlio aveva preso il batterio". La donna sostiene che - a detta dei medici - dopo il parto cesareo il bambino aveva il 95% di possibilità di sopravvivere: "Da prematuro, nella cartella clinica finale che ho faticato molto a ottenere è diventato ’gravemente prematuro’ – aggiunge la mamma – e ora dicono che mio figlio è morto perché era fragile". Il consulente del giudice - pur essendo l’infezione accertata - sostiene che non si individua il momento in cui l’ospedale è stato carente. Della serie, le infezioni ospedaliere possono capitare e - se il Policlinico ha messo in campo tutte le misure necessarie - potrebbero non esserci responsabilità. "Peccato che siano morti altri bambini per la stessa infezione nel giro di poco tempo", aggiunge Massamba che parla di "disinfezione sommaria" del reparto. Domani si riuniranno gli avvocati e i periti di parte.
L’avvocato della donna, Roberta Nigro, spiega: "Il nostro consulente esterno, medico legale, ha individuato quale ’movente’ della catena causale, l’infezione da Escherichia Coli che, seppur annidata in un quadro di lieve depressione cardiorespiratoria, favoriva il peggioramento delle condizioni del neonato, causandone il decesso. Segnalo inoltre che sono gli stessi sanitari operanti all’interno dell’Azienda ospedaliera di Modena ad annotare quale causa di morte ’sindrome da distress neonatale precipitata da un quadro di sepsi neonatale tardiva’".
Valentina Beltrame