CHIARA MASTRIA
Cronaca

Minori e autismo, le strategie: "Serve un percorso provinciale per un sistema di cura sinergico"

Gli esperti: "Necessario migliorare la presa in carico dei pazienti e l’assistenza sul territorio" . Il neuropsichiatra Antonio Persico: "Grande lavoro sulla diagnostica, ma c’e tanto da costruire".

Minori e autismo, le strategie: "Serve un percorso provinciale per un sistema di cura sinergico"

Minori e autismo, le strategie: "Serve un percorso provinciale per un sistema di cura sinergico"

Un documento condiviso per migliorare il percorso di diagnosi, presa in carico e assistenza di bambini e adolescenti affetti da disturbi dello spettro autistico che è un punto di arrivo e, allo stesso tempo, un punto di partenza: un ponte tra il territorio e l’ospedale, tra l’Università e il Sistema sanitario nazionale per garantire diritti ed equità di accesso alle cure e integrare - parola chiave del progetto - le diverse capacità e conoscenze di tutti gli attori coinvolti nel mondo dell’autismo. E’ stato presentato nelle aule universitarie del Policlinico il ‘Percorso diagnostico terapeutico assistenziale del disturbo dello spettro autistico per la fascia d’età 0-17 anni’, ovvero il frutto della collaborazione tra professionisti sanitari di Ausl, Aou e Ospedale di Sassuolo, rappresentanti di enti locali, Ufficio Scolastico Provinciale, Terzo settore, volontari e famiglie. Partendo dai dati, che raccontano come nell’ultimo decennio l’epidemiologia dei ‘disturbi dello spettro autistico’ abbia mostrato un costante aumento: nel Servizio di neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza dell’Ausl si è passati dai 232 pazienti in carico nel 2009, corrispondenti allo 0,2% della popolazione minorile residente, ai 1418 del 2022, un valore più di 5 volte superiore. "Questi dati - ha spiegato il neuropsichiatra infantile di Unimore Antonio Persico - dimostrano come sia stato fatto un grandissimo lavoro di diagnostica nella fascia 3-5 anni andando a cogliere, sembrerebbe, tutti i casi presenti. C’è invece ancora molto da fare nell’ambito dell’assistenza. Dobbiamo strutturare percorsi terapeutici, che in parte già esistono, che dovranno poi sfociare in quello che sarà il Pdta per gli adulti. Ricordandoci che questo disturbo, nella maggior parte dei casi, dura per tutta la vita". C’è ancora tanto da costruire, ma oggi un passo è stato fatto: "Abbiamo raggiunto una tappa importante che le associazioni chiedono da tempo - le parole di Andrea Lipparini, presidente dell’associazione Aut Aut Modena onlus-. Da oggi abbiamo a disposizione un sistema organico delle esperienze già esistenti e virtuose del mondo dell’autismo, un raccordo funzionale e strutturato che servirà sia ai professionisti della sanità che alle famiglie". E, sopratutto, la promessa di un confronto continuo per vedere quanto di quello che è stato delineato nel documento si stia riuscendo a trasferire nella vita reale e quanto ancora resti da fare. Un punto di arrivo ma, come dicevamo all’inizio, anche un punto di partenza: "Il passo successivo sarà dare spazio ai ragazzi dai 18 anni in su con focus sugli interventi di inclusione sociale, lavorativa, relazionale; elementi fondamentali per il mantenimento della condizione di benessere che è stata conseguita - ha spiegato Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’Ausl - . Qui entrano in gioco le associazioni, le politiche sociali, ma anche la capacità delle comunità di riassestarsi quando verificano che, forse, il modo che ci siamo dati per organizzare la vita sociale tiene fuori molte persone".