
Enrico Tavani era in casa quando ha sentito dei rumori. Il ladro ha reagito per fuggire
"Trovarsi faccia a faccia con un ladro che è entrato in casa tua è una sensazione terribile che non auguro a nessuno e che spero di non dovere mai più rivivere". È ancora sotto choc il carpigiano Enrico Tavani: mercoledì sera all’improvviso si è trovato uno sconosciuto in casa ed è riuscito a metterlo in fuga. È lui stesso a raccontare quanto è successo: "Abito in una casa a tre piani, in zona Graziosi, a poche centinaia di metri dalla caserma dei Carabinieri. Ero in soggiorno: in questi giorni sono a casa dal lavoro perché sono ammalato. Erano circa le 19.40: ho spento la televisione e sono rimasto alcuni minuti a guardare il cellulare, per quello ricordo bene l’orario. Stavo aspettando la chiamata di mia moglie che era andata a fare la spesa, per aiutarla a portate le sporte".
"Mentre ero seduto sul divano, al buio, - prosegue il carpigiano - improvvisamente ho visto una luce proiettata sul muro interno della sala, proveniva dalla finestra. Ho pensato fossero dei fari di una macchina, magari era mia moglie, così mi sono alzato e spinto dalla curiosità ho spostato la tenda per vedere dalla porta finestra che si affaccia sul balcone. In quel momento mi sono accorto che la luce era quella di una torcia, tenuta in mano da un uomo completamente vestito di nero, con cappellino e scaldacollo. Si vedevano solo gli occhi. Avevo appena appoggiato le mani sulla maniglia della finestra quando lui con una spinta l’ha aperta ed è entrato in soggiorno iniziando a spintonarmi. Non mi era mai successo, ho reagito di istinto, mi sono difeso spintonandolo a mia volta. Ricordo che era molto basso di statura ed esile: a seguito di una spinta è arrivato al parapetto del balcone e lui stesso si è buttato giù. Sono rimasto sconvolto dalla sua agilità, sembrava un gatto: mi sono affacciato e ho visto che ad aspettarlo giù c’erano altri due uomini vestiti di nero. Uno dei due ha puntato qualcosa in viso ma non so dire cosa fosse, poteva anche essere solo il dito. Ho urlato più forte che potevo: li ho visti scavalcare la siepe del mio vicino di casa e poi fuggire a piedi verso via Abba.
Sicuramente erano dei professionisti: quest’uomo era veramente molto agile, abbiamo controllato non c’era alcun segno di effrazione, ma soltanto i segni delle scarpe sul muro si era arrampicato in verticale fino al balcone. Ho immediatamente chiamato la Polizia, che è giunta sul posto per i rilievi necessari, e mi ha fatto varie domande: andrò a fare denuncia, ma so solo che nessuno dei tre ladri ha detto una parola, non so neanche dire se fossero italiani o stranieri. Ho voluto rendere pubblico quello che mi è successo perché è sconvolgente non poter essere più sicuri neppure a casa propria. Ora valuteremo di mettere un antifurto anche al balcone e di attivare quello alle finestre anche quando siamo in casa".
Maria Silvia Cabri