"Mi candido per realizzare la città del futuro"

L’imprenditore Giovanni Arletti (Chimar) nella rosa per la presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio: "E’ ora di dare una svolta"

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Nella rosa dei potenziali candidati alla nuova presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi c’è anche l’imprenditore Giovanni Arletti, presidente della Chimar Spa, che presenta così la sua disponibilità al ruolo. Perché candidarsi alla guida della Fondazione?

"Ho dato la mia disponibilità a presentare una lista, poi sarà il Consiglio di Indirizzo a nominare il presidente; se valuteranno la mia persona utile alla Fondazione, io ci sono.

Mi farebbe piacere realizzare con i consiglieri i progetti programmati che guardano al futuro di Carpi, Soliera, Novi: è un’opportunità straordinaria, da concretizzare in accordo con gli enti del territorio, per accompagnarne lo sviluppo e supportare i bisogni dei cittadini".

Cosa pensa dei progetti già avviati?

"Sono uno dei motivi che mi hanno spinto a dare la mia disponibilità, visto che si tratta di progetti che vanno oltre l’orizzonte di mandato e che non saranno semplici da realizzare. L’Università a Carpi deve diventare un centro di cultura per la formazione dei giovani ma anche luogo fondamentale per lo sviluppo futuro del territorio, dal quale può uscire la futura classe dirigente. L’Hospice è una struttura che sostiene i malati terminali e anche le famiglie, una realtà necessaria non a sé stante ma contestualizzata nella complessità dell’assistenza".

Qual è il ruolo della Fondazione?

"E’ un ente autonomo, non un bancomat e tanto meno un assessorato esterno dei comuni del territorio. Un ente no profit, che promuove lo sviluppo sociale, culturale ed economico nei comuni di Carpi, Novi e Soliera, ha una propria autonomia: ciò non vuol dire isolarsi, ascoltando e lavorando con le istituzioni locali si possono fare progetti sempre più rispondenti alle esigenze delle persone".

Il contesto è profondamente cambiato: quali devono essere le priorità per chi si candida a governare palazzo Brusati Bonasi?

"Tutti gli investimenti debbono avere come obiettivo la salvaguardia del patrimonio, che ha radici profonde che risalgono al 1843 e appartiene a tutti i cittadini del territorio. Questo va salvaguardato e, se possibile, implementato".

Che fare?

"Ci vuole il coraggio di trasformare: se gli incarichi continuano a ruotare all’interno della Fondazione non cambierà nulla. La prudenza vorrebbe che chi si candida non abbia attività (imprenditoriali o professionali) che possono avere collegamenti con gli investimenti della Fondazione. Occorre un Consiglio totalmente rinnovato, con persone che abbiano voglia di spendersi per il nostro territorio. Speriamo che i Consiglieri di Indirizzo abbiano il coraggio di effettuare questa trasformazione: il futuro dell’ente è in mano loro". E le sfide?

"Dobbiamo tornare a stimarci, le tensioni fra Amministrazione locale e Fondazione debbono lasciare posto al dialogo per lavorare insieme con garbo, educazione, rispetto dei ruoli. I cittadini non vogliono litigiosità ma collaborazione; in questi anni abbiamo assistito a una polarizzazione che non giova a nessuno. Il confronto deve avvenire in maniera civile e garbata".

Si candiderà?

"Ho dato la disponibilità, se i Consiglieri di Indirizzo decidessero in questo senso, ne sarei onorato, mi farebbe piacere poter dedicare il tempo necessario per contribuire alla realizzazione dei progetti che riguardano il futuro del territorio.

Questo territorio mi ha messo nelle condizioni migliori per sviluppare la mia attività e di questo sarò sempre riconoscente".

Qual è il suo auspicio?

"Vorrei essere un occhio diverso, la garanzia sotto il profilo umano e morale che tutti i progetti che la Fondazione realizza siano portatori di effettive risposte alle esigenze delle nostre persone, in accordo con tutti gli attori del territorio, e siano realizzati per promuovere la nostra comunità, in armonia gli uni con gli altri e con l’ambiente".

Maria Silvia Cabri