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Mezzo secolo fa la prima spedizione sull’Everest con Luigi Bernardi

L’alpinista di Sant’Annapelago fece parte della cordata italiana nel 1973, celebrazioni per i 50 anni: "Impresa difficile, persi 9 chili"

Mezzo secolo fa la prima spedizione sull’Everest con Luigi Bernardi

Il prossimo 5 maggio ricorrono i 50 anni di un prestigioso successo sportivo italiano di cui fu protagonista un Santannese: la spedizione alpinistica ‘Monzino’ che nel 1973 portò i primi italiani sull’Everest. Il fatto, che all’epoca destò grande clamore, verrà ricordato con celebrazioni nazionali e programmi televisivi. All’impresa prese parte anche Luigi Bernardi, nato a S.Annapelago (Pievepelago) nel 1941 e poi residente a Moena nel Trentino, nazionale azzurro di sci nordico. La colossale spedizione (1.500 portatori complessivi) era organizzata dal Comando Militare italiano con scopi scientifici e vi presero parte sessanta italiani, trentatré dei quali scalatori veri e propri. Tra questi appunto vi era anche Luigi Bernardi, allora trentaduenne agente di Pubblica Sicurezza ed ex nazionale azzurro di sci nordico. "Dopo le prove di resistenza alla decompressione al Centro Aeronautico di Roma – ricorda Bernardi – partimmo il 6 febbraio per il Nepal. La spedizione giunse a Lucla il 13 febbraio. Coi portatori sherpa arrivammo dopo 10 giorni al campo base. Per un mese siamo rimasti ai successivi campi in quota, tra i 6.500 ed i 7.500 metri. In quei trenta giorni sono calato di nove chili. La spedizione proseguiva con difficoltà, in mezzo a valanghe di neve polverosa che facevano paura. Cadde anche un elicottero italiano d’appoggio, per fortuna senza conseguenze per il pilota. Il primo maggio i primi due scalatori ed uno sherpa arrivano agli 8.848 metri della vetta. La seconda cordata fu affidata a scalatori dell’esercito, i meno preparati all’impresa, che infatti ebbero molti problemi ma riuscirono anche loro a salire in vetta. Sarebbe poi toccato a me. Io ero ad un passo dalla vetta quando giunse la decisione del capo-spedizione Monzino di rientrare alla base: ci era andata bene con le prime cordate e non voleva rischiare oltre, in considerazione anche dell’improvviso peggioramento delle condizioni atmosferiche".

Per Bernardi comunque un bel salto dai 1.200 metri di S.Annapelago al "tetto del mondo". Al rientro in Italia gli scalatori furono festeggiati da tutti e ricevuti dal Papa e dalle massime autorità civili e militari. Oggi sono centinaia le spedizioni che salgono sull’Everest, ma quella di Monzino resta sempre tra le più significative. Ancora oggi si confrontano infatti le più semplici tecniche alpinistiche dell’epoca, specie alla luce delle recenti decisioni delle autorità nepalesi per spedizioni che non ’inquinino’ dopo le tonnellate di rifiuti abbandonati sulla via per la più alta vetta del mondo. La prima spedizione italiana all’Everest viene già celebrata dal Club Alpino Italiano sul bollino del 2023, che nelle prossime settimane verrà incollato sulle tessere dei suoi 300.000 e più soci.

g.p.