VIRGINIA ZANETTI
Cronaca

Metalmeccanici in piazza: "Difendiamo i diritti che abbiamo conquistato. Vogliamo rispetto"

Oltre mille (secondo le fonti sindacali) i lavoratori che hanno scioperato. Cgil: "Tutti gli incontri sono stati inutili". Cisl: "Va approvato il contratto"

Oltre mille i lavoratori che hanno scioperato

Oltre mille i lavoratori che hanno scioperato

Modena, 29 marzo 2025 – Sono stati oltre mille i lavoratori del settore metalmeccanico che ieri si sono radunati a Modena, in Largo Garibaldi, per sfilare in corteo e manifestare per i loro diritti: sicurezza, salario minimo e orario ridotto. Lo sciopero, che ha coinvolto tutta Italia, è stato indetto dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, e Uilm Uil, dopo che le precedenti manifestazioni non hanno porato ad alcun risultato e il tavolo di trattativa fra lavoratori e Federmeccanica-Assistal risulti essere ancora chiuso. E, a fine giornata, il bilancio è stato positivo: adesioni al 95%. La richiesta del rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro (Ccnl), basata sulla piattaforma unitaria dei sindacati non è stata giudicata ragionevole da Federmeccanica che ha ritenuto insostenibile soprattutto la questione dell’aumento del salario minimo.

"Non ci è stato permesso di costruire alcun dialogo di confronto, le nostre richieste non vengono prese in considerazione, nonostante siano state approvate da oltre il 90% di noi lavoratori – dice Salvatore Orecchio, operaio presso Itm di Fanano – È sconcertante per molti lavoratori vedere come non sia possibile riuscire a garantire stabilità e sicurezza ai più giovani. Anche la meritocrazia ed il riconoscimento delle proprie capacità sembrano essere assenti".

Luca Infantino, operaio presso l’azienda M.R. di Modena, aggiunge: "Vogliono sottrarci i diritti che abbiamo faticosamente acquisito nel tempo, dimenticando però che sono proprio gli operai a svolgere un ruolo essenziale per l’economia: i prezzi sono aumentati, meritiamo un salario che possa sostenere il nuovo costo della vita". Carlos Calderin Martinez, lavoratore straniero, parla della precarietà in cui lui e tanti altri giovani si trovano: "Le aziende e ancora prima il governo devono mettere noi giovani nelle condizioni di poter costruire qualcosa da soli, con le nostre mani, qualcosa che sia frutto del nostro lavoro e che ci renda indipendenti: le istituzioni si sono allontanate troppo dalle persone".

Stefania Ferrari, segretaria di Fiom Cgil, spiega: "Si sono susseguiti una serie di incontri inutili dopo la scadenza, a giugno scorso, del contratto precedente e, anziché discutere riguardo le richieste avanzate, è stata presentata una contropiattaforma da parte delle aziende, che non ascoltano ma pretendono e rimangono indisponenti". E Roberta Castronuovo, segretaria di Fim Cisl, specifica: "A noi importa che venga approvato il contratto nazionale, non vogliamo creare diversificazioni fra le aziende, ma l’unico modo per placare le proteste rimane questo: dialogo e attenzione verso il contratto". In ultimo, Alberto Zanetti, segretario di Uilm Uil ricorda: "Il motore dell’economia sono gli operai, è necessario prendersi cura di loro: investire sulla formazione e aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro, aumentare il salario minimo e garantire un orario lavorativo adeguato".

Sul rinnovo dei contratti di lavoro è intervenuto anche l’assessore regionale Giovanni Paglia: "L’asse centrale di una strategia di recupero di potere d’acquisto da parte delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, di cui il nostro Paese ha un bisogno essenziale. I dati emersi anche in questi giorni hanno dimostrato quanto siano arretrati i salari reali negli ultimi anni e quanto questo impatti sulla capacità di sviluppo del sistema economico, oltre che sulla tenuta della coesione sociale".