GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Meno accessi al Pronto soccorso: "Ma i Cau devono essere ripensati"

La Fimmg: "Inserirli nella Medicina territoriale". Giù i codici verdi e bianchi a Modena, Castelfranco e Carpi

Meno accessi al Pronto soccorso: "Ma i Cau devono essere ripensati"

La Fimmg: "Inserirli nella Medicina territoriale". Giù i codici verdi e bianchi a Modena, Castelfranco e Carpi

Un calo degli accessi del 10 per cento a Castelfranco, -4% a Modena, -3% a Mirandola, -2% a Carpi. Anche nel Modenese si ravvisa, stando ai dati della Regione diffusi nei giorni scorsi, un alleggerimento degli accessi al pronto soccorso grazie ai Cau, i centri di assistenza urgenza destinati ai casi non gravi. Tutto bene dunque? Non proprio. Gli stessi candidati presidenti della Regione hanno espresso, seppure con modalità e contenuti diversi, delle perplessità. Tranchant la candidata del centrodestra Elena Ugolini ("I Cau hanno fatto solo danni"). Ma anche Michele de Pascale ha spiegato nei giorni scorsi in una intervista al Carlino che i "Cau stanno funzionando soprattutto nelle realtà dove i Pronto soccorso sono meno strutturati. Dove invece i Ps sono a pieno regime i Cau diventano di fatto presidi di Medicina generale evidenziando un indebolimento della rete dei medici di famiglia".

E infatti proprio per il dottor Alberto Morellini della Fimmg Modena (la Federazione dei Medici di medicina generale) occorre una reimpostazione del servizio: "L’attivazione dei Cau ha consentito di ridurre alcuni accessi inappropriati al Pronto soccorso per le urgenze a bassa intensità, che possono essere gestite da uno studio medico territoriale. L’istituzione di questo presidio ambulatoriale era stata pensata come supporto agli studi territoriali dei Medici di famiglia, ormai tutti già impegnati a tempo pieno nella gestione di un numero massimo di assistiti (per la nota carenza di Medici di medicina generale)".

Su Modena il primo Cau è stato inaugurato a metà dicembre 2023, l’ultimo lo scorso aprile: sono in totale cinque, per il momento, i Centri di assistenza e urgenza aperti dall’Azienda USL in provincia di Modena: si trovano a Carpi, Modena, Castelfranco Emilia, Finale Emilia e Fanano. I prossimi Cau saranno a Sassuolo e Vignola, sono in corso i lavori organizzativi che porteranno all’apertura delle strutture tra la fine dell’anno e l’inizio del 2025. "Purtroppo però – prosegue Morellini – l’accesso libero al Cau senza un primo contatto con personale sanitario che valuti il bisogno del cittadino e lo indirizzi al servizio più appropriato (Medici di medicina generale, Cau o Ps), consente al paziente di accedere per propria scelta sia in Ps che al Cau, per lo stesso motivo, anche dopo avere già consultato il Medico di famiglia; di fatto peggiorando efficienza e qualità percepita di tutti e tre i servizi".

Da qui la necessità di una ridefinizione dei Cau "che valorizzi la loro conoscenza del paziente, la loro capacità organizzativa e la loro distribuzione capillare nel territorio, fondamentali per l’ascolto e l’appropriato indirizzamento dei bisogni che il cittadino ritiene urgenti". È necessario per il Fimmg "reinterpretare i Cau non come singoli presidi paraospedalieri ma come un servizio inserito nell’ambito operativo dei Medici di famiglia, con il reale compito di potenziare la capacità della Medicina territoriale di accogliere il bisogno quotidiano della popolazione (con le dovute differenze tra realtà cittadine o montane)". L’auspicio è che "ciò possa avvenire con la istituzione delle ‘Aggregazioni funzionali territoriali’ già previste dalla normativa nazionale".