Nel corso degli anni sarebbe riuscita a farsi consegnare dal figlio della donna che assisteva ben 300mila euro, approfittandosi del suo ‘debole’ per lei. La donna, una 46enne di Carpi, è finita a processo con l’accusa di circonvenzione di incapace. I fatti risalgono al 2019, quando – a seguito della morte dell’anziana per cui l’imputata lavorava, a Carpi – i familiari della donna hanno sporto denuncia. Infatti la 46enne era stata assunta in qualità di badante per la pensionata ma viveva anche con il figlio della donna – un 63enne – che pare si fosse invaghito dell’assistente domestica. Fatto sta che, secondo le accuse, la 46enne negli anni sarebbe riuscita a farsi consegnare con l’inganno, approfittando della ‘fragilità’ dell’uomo, cifre importanti per un totale di trecentomila euro.
Secondo la difesa della donna, invece, quelle somme erano state consegnate spontaneamente alla badante dalla presunta vittima, il 63enne appunto per il lavoro svolto per l’anziana madre. In sostanza l’imputata ha sempre negato ogni addebito, sostenendo di aver guadagnato onestamente l’ingente cifra. Ieri si è svolta la seconda udienza istruttoria e nel corso della prossima saranno sentiti in aula alcuni testimoni. L’imputata è accusata appunto di circonvenzione di incapace.
Valentina Reggiani