MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Mauro Pagani canta De André: "Sono canzoni senza tempo"

Il musicista: "Nel 1983 registrammo ‘Creuza de Ma’, il disco che porto in tour. Un capolavoro creato insieme"

Mauro Pagani canta De André: "Sono canzoni senza tempo"

Mauro Pagani canta De André: "Sono canzoni senza tempo"

Grande musica d’autore, domani sera alle 21.30 in piazzale Re Astolfo a Carpi, con Mauro Pagani. A inaugurare questa edizione di ‘Mundus’, sarà proprio il famoso polistrumentista, compositore e produttore discografico, che farà tappa nella città dei Pio con il suo ‘Crêuza de mä – tour 2024’. Un anno speciale questo, perché ricorrono i 40 anni dalla pubblicazione dello storico album scritto a quattro mando con Fabrizio De Andrè: per rendere onore all’anniversario, Mauro Pagani parte per una nuova avventura accompagnato da sei musicisti e da una corista e un corista, per riproporre le avvolgenti sonorità, senza tempo e senza spazio, narrate nell’album. A coronare questo viaggio musicale, non mancheranno, poi, i brani del suo noto e apprezzato repertorio, frutto di oltre cinquanta anni di carriera. "‘Crêuza de Mä’ compie 40 anni - racconta Pagani -. Fabrizio ed io, lo abbiamo registrato nel 1983 e pubblicato l’anno successivo. Da allora tante cose sono cambiate, il mondo politico, la società, ma questo resta un album ‘incollocabile’ nello spazio-tempo, sospeso, scevro da tendenze, arcaico, ma sempre attuale. La grande fortuna di questo disco è, appunto, l’essere senza tempo". L’artista ripercorre con un sorriso e al tempo stesso nostalgia, i momenti trascorsi con De Andrè: "Ci siamo conosciuti quando frequentavamo lo studio residenziale di registrazione al Castello di Carimate nel milanese, uno dei luoghi che ha fatto la storia della musica italiana d’autore. Siamo diventati amici: da ‘buon genovese’ mi assunse perché suonavo tre strumenti. Abbiamo iniziato a viaggiare insieme: in quel periodo in macchina ascoltavo le audiocassette con la musica del mondo, greca, nord-africana. Abbiamo deciso di fare qualcosa insieme e lui ha avuto un’intuizione geniale: fare un disco in genovese, perché la lingua italiana tradizionale non ci conciliava bene con quei ritmi e l’inziale idea di inventarsi una lingua non era molto praticabile. Così abbiamo iniziato a registrare ‘Crêuza de Mä’, a casa mia a Milano, in cantina". "Il mio bisogno, di uomo e di artista, di issare le vele, in questi strani giorni, è incontenibile – prosegue Pagani -. Le rotte che, scrivendo l’album, immaginavamo solcate da bastimenti carichi di spezie oggi sono, nella realtà, una via di fuga, e per molti, troppi, dall’ingiustizia. Il viaggio da capo, dunque e, se possibile, a un volume ancora più alto, perché tutti ci sentano bene".