MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Matteo, fiori un anno dopo: "Questa terra è maledetta"

Marzoli, fratello di Alice, ha portato rose rosa sul luogo in cui venne trovata l’auto "Qualcuno ha avuto il coraggio di dire che qui le famiglie fanno grigliate..." .

Matteo, fiori un anno dopo: "Questa terra è maledetta"

Un anno senza Alice: era il 18 novembre 2022 quando il corpo carbonizzato di Alice Neri, la giovane mamma 32enne di Ravarino, è stato ritrovato dentro alla sua automobile data alle fiamme nelle campagne di Fossa di Concordia. "Il tempo si è fermato a un anno fa", commenta il fratello Matteo Marzoli, che ieri mattina è voluto tornare in quel "posto maledetto" per deporre una mazzo di rose rosa (le preferite di Alice), accanto "alla sigaretta che mia sorella mi chiedeva sempre. Non mi sono quasi reso conto che sia passato un anno, provo le stesse sensazioni di allora: sono un uomo distrutto, che ha perso in un attimo 32 anni della sua vita e ne ha acquistati 20 o di più, ma non significa che smetterò di combattere. Chi ha compiuto quest’atrocità deve essere incarcerato, assicurato la giustizia. Non la chiamo ‘giustizia’ per Alice, è una frase fatta, perché la sola vera giustizia per mia sorella sarebbe averla ancora qui con noi. Io combatto perché perché non succede la stessa cosa ad altre donne, mamme che è giusto siano tutelate; non posso permettermi di lasciare un mostro del genere libero per le strade". Il luogo in cui il corpo di Alice è stato trovato, nonostante il cielo azzurro della giornata, comunica tutta l’angoscia: sperduto nel nulla, isolato da tutto. Sulla terra scura su cui si trovava la macchina ci sono ancora alcuni resti del veicolo: "Questo luogo maledetto sicuramente non sembra essere ‘adibito alle grigliate per le famiglie’, come qualcuno ha avuto il coraggio di insinuare. Chi ha portato qui Alice era perfettamente a conoscenza di questo meandro sperduto, non ci si può capitare per caso". Ma perché tanto male ad Alice? "Conosco bene mia sorella: l’unico modo per farla stare ferma credo sia stato quella di usare l’arma bianca, perché sicuramente si è rivoltata e ribellata con tutte le sue forze. Probabilmente se non avesse avuto il vantaggio dell’arma, qui steso ci sarebbe l’assassino".

Proprio ieri mattina è stato trovato nel Lago di Barcis in provincia di Pordenone, il cadavere della giovane Giulia Cecchettin, la ragazza scomparsa da una settimana insieme all’ex fidanzato Filippo Turetta: "Se fosse possibile cancellerei il 18 novembre dal calendario – commenta Matteo -. L’ennesima ragazza che perde la vita: è ora che la società la smetta di santificare chi commette questi gesti atroci per giudicare le vittime. Dobbiamo arrivare a obbligare le donne a girare armate per potere uscire di casa? Personalmente legalizzerei i colpi stordenti, i proiettili di gomma che non sono letali ma sicuramente sono un grande deterrente". "Ora aspettiamo solo di poterle dare una degna sepoltura – conclude il fratello –. Mamma ed io abbiamo scelto un’urna a fiore per le sue ceneri e c’è già il suo il suo posto a casa di mamma insieme ai nostri amatissimi nonni: la potrò andare a trovare e fare due chiacchiere con lei senza più dover venire in questo luogo terrificante".