STEFANO MARCHETTI e VALERIA SELMI
Cronaca

Mattarella a Modena 10 anni dopo il terremoto: "Solidarietà chiave della ripartenza"

Il Presidente a Medolla accenna anche alla guerra in Ucraina, poi a Finale inaugura la sede della Banda Rulli Frulli. Il sisma del maggio 2012 ha provocato 14 miliardi di danni. Bonaccini: "Ricostruito il 95%, speriamo che i prezzi non blocchino i cantieri"

Mattarella a Modena 10 anni dopo il terremoto: "Solidarietà chiave della ripartenza"

Modena, 20 maggio 2022 - Dieci anni fa eravamo nel vortice di un incubo. Alle 4 della notte la terra aveva tremato, e continuava a scuotere impazzita, seminando morte, distruzione, terrore. E oggi, a dieci anni da quella domenica 20 maggio 2012 che non possiamo dimenticare, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna nella Bassa per rendere onore alla forza della nostra gente che ha saputo rimettersi in piedi. "La chiave della ripartenza dopo il terremoto è passata attraverso la solidarietà - sono state le prime parole di Mattarella al teatro Facchini di Medolla - Se le istituzioni che sono in prima linea operano in maniera coordinata e concorde, le decisioni risultano più efficaci e i cittadini possono far sentire meglio la loro voce".

Il presidente è arrivato a Medolla per l’intervento istituzionale, dopo essere arrivato alle 10.45 in elicottero vicino al centro, poi con un furgone blindato ha raggiunto la piazza. Quindi si è spostato a Finale Emilia (VIDEO) dove ha assistito all’inaugurazione della ‘Stazione Rulli Frulli’ (VIDEO), nuova sede dell’orchestra simbolo dell’inclusione sociale, ricavata dalla riqualificazione della locale ex autostazione.

L'arrivo del presidente Mattarella a Medolla (Fotofiocchi)
L'arrivo del presidente Mattarella a Medolla (Fotofiocchi)

Le due terribili scosse del 20 e 29 maggio 2012 - ricordiamolo - provocarono 28 decessi, 300 feriti, 45mila sfollati e danni per quasi 13 miliardi di euro.

Ad accogliere il capo dello Stato a Medolla, il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il presidente della Provincia Gian Domenico Tomei e il sindaco Alberto Calciolari. Mattarella ha salutato i bambini che sventolavano bandiere tricolori e ha deposto una corona al monumento per le vittime. Poi è entrato al Teatro Facchini di Medolla insieme a sindaci e amministratori locali, accolto dall'inno nazionale intonato da Nek (VIDEO). Applausi e commozione in piazza, dove la cerimonia ufficiale era seguita tramite maxi schermi. I bambini delle scuole erano vestiti con magliette dei colori della bandiera italiana (VIDEO).

Mattarella in visita: il programma

L'accoglienza

Via vai di bandiere tricolori, bambini e istituzioni nella piazza di Medolla in attesa del presidente Mattarella. Dalle prime ore della mattina l'area è transennata e sorvegliata da forze di polizia, tante le divise anche dei volontari vera spina dorsale della ricostruzione, come ha fatto notare Fabrizio Curcio capo della Protezione civile nazionale.

'È un'area che al sistema della Protezione civile ha sempre dato tanto. Nel 2012 eravamo anche in un momento complicato della normativa e la risposta è riuscita ad essere di qualità perché le strutture si sono messe insieme' ha detto Curcio. 

"Siamo una parte di Italia che funziona - afferma l'attuale presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini parlando della ricostruzione. 'C'era una forza collettiva sulla quale fare conti. Quel risultato è merito di tutti'.

'È stato uno sforzo corale straordinario - continua -  Speriamo che l'aumento dei prezzi delle materie prime non rallenti i cantieri. Certo la notizia che noi chiuderemo lo stato di emergenza il 31 dicembre e sarà l'ultimo periodo di commissariamento anche da parte mia credo dia il senso di una ricostruzione che in 10 anni ha visto uno sforzo gigantesco".

Bonaccini: "Ricostruito quasi il 95%"

"Al presidente Mattarella possiamo presentare una parte d’Italia che funziona e funziona bene – osserva Bonaccini –. Il terremoto ha procurato fra i 13 e i 14 miliardi di danni, in una delle aree più produttive del Paese: si rischiava la desertificazione del sistema produttivo. Dopo dieci anni, abbiamo ricostruito quasi il 95%, e ci sono oggi più imprese e più posti di lavoro di prima: questo dimostra che qui siamo soliti lamentarci poco e sappiamo rimboccarci le maniche".

Più tardi, parlando dal palco del teatro Facchini, il presidente della Regione Emilia Romagna ha dichiarato: "Ci sono momenti che non si scordano più. Ciascun emiliano sa dove si trovava e cosa ha provato quella notte. Per tutti c'è stato un prima e c'è stato un dopo. Il tempo può lenire ma non cancellare ed è giusto che sia così". E ancora: "Dieci anni fa è stato come se il bene fatto ci venisse restituito. Anche queste sono cose che non si dimenticano", ha rimarcato Bonaccini ringraziando tutti.

"Non è la storia di un eroe che salva il mondo ma di una comunità che insieme compie una cosa straordinaria" ha proseguito Bonaccini che ha poi sottolineato la nuova emergenza, quella dei prezzi delle materie prime: "Le risorse del Pnrr - ha detto Bonaccini - possono sostenere un nuovo balzo verso il futuro. Qui siamo nel cuore del distretto biomedicale che non si è mai fermato. Anche in questa fase saranno le persone a fare la differenza".

Le parole del sindaco di Medolla

Il primo intervento ufficiale è del sindaco di Medolla Alberto Calciolari: "Ringrazio il presidente Mattarella e il presidente della Regione per aver scelto questo luogo. Questo teatro è dedicato a un martire partigiano. Qui vissero uomini che fecero della solidarietà e giustizia sociale la loro ragione di vita",  ha detto citando Focherini e Giovanni Pico della Mirandola. E ancora: "Ringrazio Presidente per quanto ha fatto e quanto continuerà a fare per il Paese".

Vasco Errani: questa terra ha saputo reagire

Subito dopo ha preso la parola il senatore Vasco Errani, già presidente della Regione Emilia Romagna e già delegato alla ricostruzione: "Signor presidente, ringrazio Lei, autorità civili, militari e Regione che oggi sono qui con cittadini e bimbi per ricordare quei giorni e ricordare le vittime. Ricordiamo tutti la paura delle scosse continue, le migliaia di sfollati. In quella drammatica situazione la prima cosa grande che è emersa fu una straordinaria capacità di reazione. Fu trovato un sentimento comune dando vita e solidità al progetto della ricostruzione. Questo sentimento è straordinario ma non casuale. Affonda in valori radicati di solidarietà. La storia di questa terra è la storia di una collettività capace di sentirsi tale. Abbiamo potuto contare su decine di associazioni di volontariato e la straordinaria solidarietà di tutto il Paese con piena trasparenza. Quando siamo partiti non avevamo a disposizione niente. Mancavano risorse e legislazione. Fondamentale l'ntensa collaborazione con Protezione civile. Sempre grazie. Non fui mai solo a prendere decisioni".

Poco prima Errani aveva dichiarato: "Non ci sono modelli della ricostruzione, il concetto di modello è un concetto statico. Tutto si muove invece. Abbiamo costruito una strada che è certamente stata utile e sarà utile per il Paese. Ma quando arriva un terremoto arriva in un territorio che ha la sua cultura, la sua popolazione, le sue caratteristiche economiche sociali. Non esiste un modello, non esiste uno schemino da applicare. Occorre avere la flessibilità e la capacità di interpretare per quel territorio'.

Curcio: emiliani un esempio per il Paese

Subito dopo Errani ha preso la parola Fabrizio Curcio, presidente della Protezione civile: "Questi luoghi hanno saputo rialzarsi, rinascere con cultura del lavoro e solidarietà. Sono un esempio per il Paese. Dedizione e cura quotidiana del territorio ma anche empatia, calore e sincerità contraddistinguono gli emiliani". "Il sisma ha interessato un'area abitata di oltre mezzo milione di persone. Numeri drammatici. C'è stato uno sforzo collettivo per riparare gli ingenti danni" ha sottolineato Curcio.

Il discorso di Mattarella

C'era grande attesa per le parole del presidente, che ha parlato subito dopo Bonaccini. Mattarella ha subito ricordato le vittime e ha elogiato la laboriosità della gente che ha permesso di superare la disperazione. Ha elogiato "la solidarietà tra cittadini e famiglie. Tra società, istituzioni locali e dell'intero popolo italiano. Il volontariato è stato espressione straordinaria". Solidarietà, lucidità e tenacia. "La ricostruzione va proseguita - ha detto -. Il sisma 2012 ha messo alla prova l'impegno della Protezione civile. Rinnovo apprezzamento e riconoscenza per l'opera che svolge. Quel terremoto ha rischiato di spezzare filiere essenziali per la nostra economia". "Le istituzioni hanno fatto la loro parte con confronto aperto, partecipazione, impegno, unità di azione".

"Il terremoto ha colpito una delle aree più produttive del Paese e ha rischiato di spezzare filiere, oltre che reti logistiche, essenziali per la competitività del nostro sistema - ha sottolineato il capo dello Stato - Le istituzioni hanno fatto la loro parte. Così il governo nazionale. Così la Ue ha anticipato quella svolta di segno espansivo e solidale, poi espressa in modo ampio e più compiuto con le politiche di rilancio seguite alla pandemia. Tutto ciò che si è sviluppato ha un nome: cooperazione istituzionale. Che vuol dire confronto aperto, partecipazione, impegno, convergenza, e infine unità d'azione".

Poi il discorso del presidente si allarga e diventa quasi un appello: "Dal terremoto e dalla pandemia sono giunti degli ammaestramenti, delle esperienze. La forza di una comunità risiede nella partecipazione, nel rendersi conto che ciascuno di noi - nessuno escluso - ha bisogno degli altri. Nella consapevolezza che le istituzioni sono più forti se i cittadini si riconoscono in esse e vi trovano un ancoraggio sicuro, specialmente nei momenti di maggiore difficoltà. È insieme che possiamo edificare l'avvenire. Per costruire una realtà migliore, più funzionale, più giusta, non per tornare semplicemente al tempo di prima".  E parlando di solidarietà, non poteva mancare un riferimento alla guerra in Ucraina: "L'accoglienza che è stata offerta alle famiglie, alle donne, ai ragazzi ucraini in fuga da questa guerra scellerata di aggressione sono una prova di come la solidarietà resti sempre un filo robusto che tesse le vite e le storie. Di questa accoglienza dobbiamo essere orgogliosi. Perché è una prova di umanità che fa comprendere al mondo, e anche agli aggressori, che il nostro obiettivo non è continuare la guerra ma sconfiggere la prepotenza di chi la muove, facendo vincere la pace e la convivenza, nella libertà e nel rispetto del diritto".

La sindaca dei ragazzi ha consegnato al presidente un lavoro sul terremoto che hanno fatto in classe poi si sono stretti la mano.

Il presidente a Finale Emilia

Il presidente Mattarella a Finale Emilia è stato accolto dai bambini della banda Rulli Frulli che hanno suonato l'inno con strumenti realizzati da materiali di recupero. Ha poi visitato la Stazione dei Rulli Frulli appena inaugurata insieme all'ideatore della banda Federico Alberghini.

 "Voglio dirvi grazie per quello che avete fatto in questi anni per cancellare una ferita così grave, che rimane ancora nell'animo, nel ricordo e nelle impressioni di tutti coloro che l'hanno avvertita. Però quella ferita è cancellata da quanto avvenuto di ricostruzione, solidarietà, impegno", ha detto il presidente, aggiungendo: "Si è posto il problema di cosa fare a suo tempo di questo spazio e non poteva esserci soluzione migliore che affidarlo a Rulli Frulli. Dieci anni fa era un esperimento, ora è una realtà di successo, apprezzata. Vi ringrazio molto per questo inno nazionale ben eseguito. Sono una realtà irrobustita dai rulli frullini, e faccio loro i miei auguri".  Mattarella, ha ribadito che "quello che devo dire è grazie e il mio apprezzamento per come avete potuto reagire al terremoto e per i risultati conseguiti".

Modena la provincia più colpita

La provincia di Modena è stata la più colpita dal sisma. Ancora oggi, su 15 Comuni ancora inclusi nel cratere, nove sono del Modenese. Secondo i dati forniti dalla Regione, su 6 miliardi e mezzo di contributi erogati nell’intera area colpita dal sisma, 4 miliardi e 800 milioni sono stati destinati alla nostra provincia, e di questi sono 3 miliardi e mezzo sono già stati liquidati, a persone e imprese. Sono già stati completati i lavori in 5150 edifici privati, per circa 10.300 abitazioni e quasi 3600 piccole attività economiche: la ricostruzione degli edifici con danni più lievi è praticamente conclusa, e per gli altri è all’85%. Tuttavia ci sono ancora 477 nuclei familiari che usufruiscono di assistenza (pur se sono il 34% in meno rispetto a un anno fa).

Per le attività produttive (industria, agricoltura e commercio) sono stati concessi 2469 contributi, pari a un miliardo e 300 milioni complessivi, e 1642 progetti sono già ultimati. I problemi maggiori riguardano ancora soprattutto il patrimonio storico e architettonico, soggetto a vincoli di tutela e quindi anche a particolari delicatezze e attenzioni: in questo ambito, su 693 interventi previsti nel Modenese (per un importo di 751 milioni), sono ancora 255 i lavori in corso (per il 47% del valore) e 211 opere sono appena allo stadio di progettazione (37% del valore). In diversi Comuni, in effetti, sono molto evidenti le ferite inferte dal sisma ai preziosi monumenti: a Finale, per esempio, la torre dei Modenesi è ancora ridotta a un moncone, il teatro Sociale è tuttora chiuso, e su sette chiese transennate si lavora soltanto al Duomo. E si avverte profondamente la mancanza di questi segni identitari.

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Stato di emergenza

E adesso? Lo stato di emergenza terminerà il 31 dicembre, e nei giorni scorsi la Regione si è confrontata con il Governo per l’ultimo miglio. "Non stiamo chiedendo più tempo per l’emergenza, ma abbiamo bisogno di una procedura codificata che ci consenta di proseguire la ricostruzione pubblica, con rapidità e flessibilità", spiega Davide Baruffi, sottosegretario alla presidenza della Regione. Si pensa dunque a una fase di gestione commissariale fuori dallo stato di emergenza che permetta di gestire le risorse e sostenere i lavori da completare. E anche sulla ricostruzione, come su tutto il comparto edilizio, ora incombe la spada di Damocle del caro energia e degli aumenti dei prezzi, oltre alla scarsa reperibilità di materiali e strumenti: alcuni cantieri si sono rallentati o fermati. "Proprio pochi giorni fa è stato approvato il nuovo prezzario aggiornato che può sbloccare la situazione", aggiunge Baruffi. In dieci anni – pur fra difficoltà e burocrazia – siamo riusciti a fare tanto. Ma non tutto. Non dobbiamo fermarci, ed è questo l’auspicio che oggi affidiamo al decennale.