
Dopo anni molto difficili sono tutti con il segno più i numeri della produzione Maserati per il 2021: lo certifica la Fim Cisl che nel report sull’anno appena concluso evidenzia per il polo torinese 23.448 auto del Tridente prodotte, superando i volumi fatti nel 2020 e nel 2019. In particolare il Levante ha raggiunto quota 16.228, rispetto a 11.018 unità del 2020 e a 12.210 unità del 2019.
Anche le due Maserati, Ghibli e Quattroporte, prodotte a Grugliasco, con le 7.220 unità prodotte nel 2021 hanno superato di misura le 6.676 unità del 2020 e le 6.900 del 2019. Il sindacato parla di "un primo segnale positivo nel mondo Maserati anche se la produzione si attesta comunque a - 57% rispetto ai risultati raggiunti nel 2017: sia la produzione del Levante che quella di Ghibli e Quattroporte sono da tempo su un turno, e nel corso del 2021 si è ricorso all’uso di ammortizzatori sociali".
A Modena poi con la partenza produttiva della supersportiva MC20, dal secondo trimestre del 2021, si è saturata la capacità produttiva dell’impianto e si è azzerato l’uso degli ammortizzatori sociali. I volumi di MC20 sono in continua crescita e hanno raggiunto le 600 unità con l’aspettativa di crescere sia in volumi che in occupazione: nei due siti di Modena oltre ai circa 200 diretti di produzione, sono impiegati circa 1.000 ingegneri impegnati nelle attività di progettazione e sviluppo che sono al servizio di tutte le realtà Stellantis.
Ma a Maserati sono affidate anche le speranze di ripresa per Cassino dove nell’ultimo trimestre si sono prodotte circa un centinaio delle cosi dette pre-serie del nuovo suv Grecale, mentre la crisi dei semiconduttori ha fatto slittare il lancio al secondo trimestre di quest’anno. Peraltro la produzione nel 2021 di Cassino si è attestata a 43.753 unità, pari a -18% sul 2020, ma con una flessione in realtà ininterrotta dal 2017 con una perdita di produzione di oltre 91.000 unità (-68%).
Il mercato italiano dell’auto chiude un altro anno difficile e si prepara ad affrontare il 2022 all’insegna dell’incertezza. Continuano a pesare il Covid, la crisi dei microchip e l’assenza di incentivi per l’auto elettrica. "Se per l’acciaio la situazione è probabilmente destinata a migliorare nei prossimi mesi, per i microchip occorrerà attendere almeno fino al 2023 e anche sul fronte della logistica non vedremo così rapidamente un ritorno alla normalità", spiega l’Anfia. Tutta la filiera critica l’assenza di misure nell’ultima Legge di Bilancio e chiede interventi strutturali da parte del governo, in grado di accompagnare la transizione. Il Centro Studi Promotor sollecita un piano triennale con una dotazione di almeno 3 miliardi complessivi, "da affiancare a interventi per accompagnare la riconversione di una parte dell’indotto auto italiano". Il numero di auto nuove vendute nell’intero 2021 si ferma a 1.457.952 unità, con un lieve incremento di 76.000 auto rispetto al 2020 (+5,5%), ma con ben 460.000 auto perse rispetto al 2019 (-24%) prima che arrivasse il Covid.