MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Maserati, futuro incerto. Operai, rientro dopo 3 mesi ma al lavoro solo 6 giorni: "Aprile? Non si sa nulla"

La Fiom: "È tornato per il momento il 60-70 per cento dei 200 dipendenti. La proposta di andare all’estero per fare la Grande Panda è un brutto segnale. Per rilanciare lo stabilimento occorre investire sui modelli ibrido ed elettrico" . .

La Fiom: "È tornato per il momento il 60-70 per cento dei 200 dipendenti. La proposta di andare all’estero per fare la Grande Panda è un brutto segnale. Per rilanciare lo stabilimento occorre investire sui modelli ibrido ed elettrico" . .

La Fiom: "È tornato per il momento il 60-70 per cento dei 200 dipendenti. La proposta di andare all’estero per fare la Grande Panda è un brutto segnale. Per rilanciare lo stabilimento occorre investire sui modelli ibrido ed elettrico" . .

"Siamo rientrati in azienda dopo tre mesi e mezzo e il clima che si respirava era di sfiducia, preoccupazione e rabbia". Giuseppe Violante, Rsa Fiom Maserati, descrive così il ritorno, ieri, al lavoro nello stabilimento di Modena dei lavoratori dopo tre mesi e mezzo di cassa integrazione in regime di solidarietà. È rientrato un 60-70% dei dipendenti, agli altri toccherà in maniera graduale e progressiva, in base alle esigenze produttive dei vari reparti. Sono previsti, per tutti, 5-6 giorni di lavoro in tutto fino alla fine del mese". E aprile? "Ah, non si sa nulla, la dirigenza non si è espressa, la situazione è sempre più grave, preoccupante, complessa e anche imbarazzante. Il 2025 si presenta peggio rispetto all’anno scorso quando c’erano comunque contratti di solidarietà ma si è lavorato maggiormente di quelle che sono le attuali prospettive. Contratti che scadono in aprile ma che già sappiamo saranno rinnovati".

A peggiorare ancora di più le prospettive e l’umore dei circa 200 operai dello stabilimento di Modena, è stata la recente proposta di Stellantis rivolta ai lavoratori Maserati in cassa integrazione: una trasferta volontaria di sei mesi in Serbia per produrre la Fiat Grande Panda. "Aggiungiamo noi, ‘per almeno’ sei mesi – prosegue Violante –. Il precedente del distaccamento dei colleghi nello stabilimento Mirafiori di Torino ci ha dimostrato come i preventivati ‘tre mesi’ si siano trasformati in almeno quasi due anni, visto che la decina di dipendenti di Modena sono in Piemonte da fine gennaio 2024 e hanno appena firmato la proroga almeno fino alla fine di questo anno. E non si vede la fine. Inoltre – aggiunge Violante – questa proposta è un brutto segnale in quanto va ulteriormente a confermare che a Modena non c’è lavoro e così la dirigenza offre, a chi magari ha maggiori difficoltà economiche, questo trasferimento in Serbia per produrre non la Maserati ma la Grande Panda: nulla ovviamente contro la Grande Panda, ma un ennesimo campanello d’allarme questo. Meglio specializzarsi nella produzione anche di altre macchine, perché di Maserati se ne fanno sempre meno".

Intanto circolano, però, indiscrezioni su un possibile spostamento della produzione di vetture del marchio Maserati da Torino a Modena. Il trasferimento dal Piemonte farebbe parte di una spinta per rendere Modena un centro di produzione di modelli di fascia alta come la GranTurismo e la GranCabrio, mentre il piano di Stellantis di accelerare la produzione di Fiat 500 ibride a Torino dovrebbe essere più che sufficiente a compensare la perdita di produzione.