GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Maserati, arriva Carlo Tavares. Sciopero di 4 ore davanti alla sede: "Guadagna quanto mille operai"

Il ceo di Stellantis oggi visiterà lo stabilimento di via Menotti. La rsa Fiom ha organizzato un presidio "Gli diremo che il Gruppo per essere rilanciato ha bisogno di nuovi modelli, altrimenti cosa è venuto a fare?" .

Maserati, arriva Carlo Tavares. Sciopero di 4 ore davanti alla sede: "Guadagna quanto mille operai"

Uno degli ultimi presidi dei lavoratori coinvolti nella cassa integrazione davanti alla sede della Maserati in via Menotti

Arriva l’amministratore delegato di Stellantis Carlo Tavares. Ma l’accoglienza dei lavoratori Maserati non sarà caldissima, anzi: la rsa Fiom Cgil ha organizzato per stamattina uno sciopero con presidio di quattro ore dalle 8 alle 12 davanti alla sede dello stabilimento in via Menotti. Lo annuncia il sindacato rilevando che "la crisi industriale della Maserati Auto di Modena non si arresta, anzi continua a persistere senza soluzione di continuità". I numeri sono sconfortanti: i 150 addetti alla produzione sono in cassa integrazione pesante e ora anche gli oltre 700 professionisti del reparto Engineering sono coinvolti negli ammortizzatori sociali una volta a settimana. "I giorni di lavoro si riducono sempre di più raggiungendo a fatica la media lavorativa di 4-5 giorni al mese e il 2025 non promette nulla di buono rispetto ad un 2024 indicato come l’anno peggiore di sempre".

È vero che l’automotive, e il relativo indotto, è in crisi a livello europeo e mondiale, complice la sovrapproduzione e una transizione elettrica al momento incompiuta, "ma la Maserati resta l’unica realtà industriale di vetture di lusso colpita".

A Tavares, annuncia la Fiom, "diremo che la Maserati ha bisogno subito di nuovi modelli per essere rilanciata altrimenti non sono chiari i motivi della sua venuta. Le lavoratrici e i lavoratori continuano a perdere un’importante fetta di salario ogni mese, mentre il suo stipendio come quelli di ogni altro dirigente Stellantis continuano a crescere. La sua remunerazione di 37 milioni di euro equivale a quella di mille operai solo quando hanno la possibilità di lavorare tutti i giorni". Oltretutto, "si parla di almeno 100 milioni di euro di buona uscita quando l’ad lascerà Stellantis il prossimo anno".

La crisi, è il senso della riflessione, "non riguarda tutti, ma solo quelli che la ricchezza dell’azienda la producono nei fatti con la loro manualità e la loro esperienza, senza i quali non si accenderà mai una lampadina e non girerà mai una ruota. È giusto continuare a rivendicare integrazioni salariali e tredicesime piene".

Ma come uscire dalla crisi secondo il sindacato? "C’è bisogno di un piano pubblico di conversione e sviluppo. Finora la gestione da parte degli amministratori delegati ha determinato la garanzia solo dei loro lauti profitti, mancanza di investimenti e piani industriali e crisi per i lavoratori".

Il Tridente ha visto negli anni una lenta ma progressiva perdita di produzione e di numero di addetti. Non più tardi di due anni fa è stato chiuso il plant di viale delle Nazioni, mentre di recente si è assistito alla dismissione di Innovation Lab, lo stabilimento di via Emilia Ovest dedicato a ricerca e sviluppo che fino a poco tempo fa contava circa un migliaio di lavoratori. Rimane via Menotti dove i lavoratori sono in cassa integrazione da gennaio.